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IL MESSAGGERO Il capitano giallorosso: “E’ il record più bello”

Totti calcia il rigore

(A.Angeloni) L’ultimo record va via. O quasi. Francesco Totti, che nei suoi vent’anni di serie A, ha saltato di slancio un ostacolo dopo l’altro, adesso è in cima alla classifica ai cannonieri del derby. Nove reti, come il suo amico e ex compagno Marco Delvecchio e il mito delle stracittadine Dino Da Costa (11 in totale, compresa la Coppa Italia). Per adesso il primato è solo eguagliato, ma visto che Pallotta gli ha promesso un biennale, la sua speranza è quella di staccare i due coinquilini, tra l’altro ieri presenti all’Olimpico. Trentadue derby di campionato, sono tanti: vittorie, sconfitte, sfottò, polemiche, gol. «È il record più bello della carriera, ci tenevo più di qualsiasi altra cosa. Dicono che non sono decisivo nei derby, ecco, questo record ora parla chiaro…», le sue parole. «Primo tempo buttato. Nella ripresa altra mentalità, dopo il rigore segnato da Hernanes è cambiata la partita, Marchetti è stato l’artefice. Tenevo più ai tre punti che a segnare. Ora conta arrivare in finale di Coppa Italia», aggiunge Totti, sempre più infinito.

Le sue parole fanno capire perché Totti sarà sempre un uomo derby, che vinca o che perda, si dice in questi casi. Tanti ne ha vissuti. C’era Mazzone quando ha vestito per la prima volta la maglia giallorossa: l’ingresso in campo, il rigore procurato, poi sbagliato da Giannini. La prima soddisfazione, dopo quattro sfide zemaniane perse, arriva in un freddo novembre 1998. In quel leggendario 3-3, Francesco mette a segno la rete del pareggio. Primo gol alla Lazio. La prima vittoria, invece, nel girone di ritorno: il capitano fa arrabbiare il suo amico Nesta, mostrando una maglia con scritto «Vi ho purgato ancora». Ai tempi di Capello era difficile che la Roma perdeva i derby, ed era anche facile prevedere un gol di Totti, o quantomeno qualche sua partita memorabile.Peruzzi ricorderà ancora quel pallonetto dell’ aprile del 2003. «Sei unica», la maglia con la quale quella sera giurò amore eterno alla sua attuale compagna Ilary Blasi.

Una maglia più casta dell’altra, stavolta nessuno ha detto nulla. E ancora: gol di testa sempre con Capello in panchina, un altro su rigore nel recupero del derby sospeso per volontà dei tifosi. Anche con Spalletti – era il suo primo derby – ha messo il timbro, una rete a Ballotta e festa con “l’estrazione” di un bambolotto sotto la pancia: stava per nascere Cristian, il primogenito. Si è divertito con Ranieri e con lui ha conosciuto la Grande Sostituzione in un derby (con De Rossi a fine primo tempo). Ha timbrato con una doppietta, la prima alla Lazio, l’ultima vittoria della Roma in un derby, era il 13 marzo 2011. Quel giorno si disse: The king of Rome is not dead. Il re di Roma non è morto. Se qualcuno non se ne fosse accorto.

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