(V. Cerracchio) – Monday night, si dice così: all’inglese. Sa di Europa, di calcio globalizzato, ma resta sempre il nostroderby. Pane e porchetta per chi non ha i crampi da indicibile tensione, sennò si cena dopo, o meglio cena chi vince. La stracittadina del lunedì ai nostri padri sarebbe apparsa più improbabile dello sbarco sulla luna, del cellulare multifunzione o del treno ad alta velocità ma, se può interessare, stasera si disputa anche il derby di Manchester che lì vale la Premier.
L’Olimpico, che ci siano o meno i politici in tribuna con il prezioso tagliando gratuito, non si riempirà neanche stavolta. La crisi non tocca l’abbonamento tv, chi può starà in poltrona, o al pub, o cercherà una diretta streaming: male che vada la radio non tradisce. Si torna a giocare di sera, non manca l’apprensione per la pubblica sicurezza visto che il calcio sta sempre più trasformandosi in palestra politica, in protesta sociale, in violenza gratuita. Non bastasse, anche la posta sportiva ha la sua valenza, perché in palio c’è, oltre al primato cittadino, la prossima Europa da battagliare testa a testa.
Così il pronostico sfugge più che mai. Lazio tre gradini più su in classifica ma sfibrata dalla coppa, Roma più riposata, più fresca, più di gamba, se può contare. Valesse invece l’esperienza, in casa biancoceleste ci sono giocatori più smaliziati, specie se davveroPetkovic riuscisse a cavare il meglio dai convalescenti Klose e Mauri, due che hanno timbrato gli ultimi tre derby vinti di fila. Gli indizi della vigilia dicono che l’esordiente Andreazzoli rinforzerà gli ormeggi ma pure la Lazio ha un mediano a fare il terzino e non è che brilli in retrovia. Oltre ai soliti problemi in attacco cui solo il talismano tedesco è in grado di ovviare. Tutto farebbe pensare a una sfida con gol. E Totti ha fretta di diventare il re dei bomber della partita cui più tiene. Già, i romani sono quattro, uno solo in biancoceleste. I nostri padri continuerebbero a non capire.