(M. Ferretti) – Tre gol (e un palo), 19 reti stagionali (considerando la nazionale), i fischi e la contestazione di parte del cuore del tifo romanista. Prendere o lasciare? Chissà. Dani Osvaldo è tipo bizzarro, ma calciatore di primissima qualità. Solo che alcuni suoi atteggiamenti, come lo sguardo/sfida verso la Sud dopo la terza rete, con tanto di nome sulla maglia mostrato alla gente, lo portano a non essere amato.Anzi, a non essere addirittura sopportato. Parte della tifoseria non lo vorrebbe più vedere con la maglia della Roma; un’altra parte, invece, continua a riempirlo di applausi. Situazione delicata, anche/soprattutto in chiave futuro.
L’INTERROGATIVO
Perché quando si ha in rosa un attaccante come Osvaldo, capace di tutto e del contrario di tutto, occorre valutare con la massima attenzione le mosse per le prossime stagioni. Conviene davvero arrivare ad un divorzio per incompatibilità di carattere con l’ambiente, a fronte di un rendimento chic (è il miglior cannoniere della Roma)? Il verdetto che dovrà essere elaborato dai dirigenti di Trigoria non sarà facile e, in ogni caso, contestabile. Nell’attesa, Osvaldo, con il pallone della tripletta tra le mani, racconta la sua verità.«Ringrazio i tifosi, si sono comportati benissimo con me. C’è sempre una parte che mi va ancora contro, ma io ci tengo a questa maglia. La voglia c’è sempre e stavolta ho avuto la fortuna di fare tre gol. Quindici gol? Il mio dovere è fare il meglio possibile per centrare l’obiettivo di tutti, cioè l’Europa. Stavolta sono contento, stavo vivendo un momento negativo a livello personale. Si sono dette cose non vere sul mio conto e si è creata questa situazione particolare. Sono contento di giocare per questi colori. Restano poche partite e abbiamo bisogno di questo pubblico meraviglioso. Grazie a Dio con i compagni non c’è nessun problema, mi sostengono sempre e mi dà soddisfazione, mi fa molto più piacere quello. Ringrazio il mister e i ragazzi che mi sono sempre vicini», il suo virgolettato.