(U. Trani) – Questa non è una squadra. Cambiano le stagioni, i campionati e le competizioni, non le figuracce. E’ la solita Roma, incapace di vincere contro le avversarie più modeste e senza obiettivi. E’ il gruppo di sempre che, generoso e al tempo stesso incompiuto, toglie ai ricchi per donare ai poveri. Che un giorno sia il Lecce, uno il Venezia e ieri il Pescara ( rispetto alle altre due formazioni omaggiate, è ultima senza però essere ancora retrocessa,) il discorso non cambia. E’ il giorno del Natale della città, il regalo ci sta tutto. Come la bocciatura del pubblico dell’Olimpico, all’intervallo e a fine gara, ai protagonisti giallorossi che, conquistata la qualificazione per la finale di Coppa Italia mercoledì sera a San Siro, tornano per un pomeriggio a essere le comparse di tanti match del passato. Da arrossire per la vergogna. Oggi come ieri.
SOLO LA SUPREMAZIA CITTADINA
L’1 a 1, addirittura in rimonta, è il punto misero che non può migliorare la classifica: sesto posto, perché anche l’Inter a pezzi torna sopra, e quarto più lontano, con la Fiorentina che ora è sei punti avanti. La Roma, attualmente fuori dall’Europa, si deve accontentare di averne almeno uno in più della Lazio, novità assoluta per questa stagione e anche per quella scorsa: per ritrovare i giallorossi davanti ai biancocelesti bisogna tornare a 27 mesi fa (cioè 87 giornate di campionato), al 23 gennaio 2011, con Ranieri che il 20 febbraio avrebbe poi dato le dimissioni.
TUTTI RESPONSABILI
Il Pescara, 8 sconfitte di fila e solo 1 pareggio nel girone di ritorno prima di quello all’Olimpico, fa la sua gara con umiltà e semplicità. Bucchi festeggia il primo punto da quando è in panchina e forse sa già che non servirà a niente. Ma è la prestazione della Roma a far discutere. Andreazzoli si prende le colpe per non essersi fatto capire dopo il successo di San Siro. I giallorossi, però, sono recidivi. Alla vigilia di Pasqua regalarono i 3 punti al Palermo, all’epoca ultimo e quasi spacciato. Il tecnico ci mette la faccia, ma non può essere solo lui a finire sul banco degli imputati. Sono per i primi i dirigenti a dover scoprire i motivi del nuovo flop. Per non sbagliare la programmazione della prossima annata. A Trigoria serve l’allenatore di personalità e carisma che gestisca la situazione a 360 gradi. In campo e fuori, in panchina e in società. Leader, manager e comunicatore. Da seguire, senza fiatare. Non si capisce nemmeno l’altalena di rendimento dei giocatori. Che cosa passa loro per la. testa Se hanno il vizio di snobbare i più deboli, se hanno voglia solo quando la partita è sotto i riflettori (non notturna, ma speciale più che cruciale) o se dirigenti, tecnico e ambiente li sopravvalutano. Se big e giovani incidono solo per le gaffe, allora il problema è da prendere di petto, senza più effusioni e carezze. Da Stekelenburg a Marquinhos, da Pjanic a De Rossi, da Lamela a Osvaldo (se ne potrebbero citare tanti altri): sono le loro performance (non solo ieri) a inquietare.
ERRORI E AMNESIE
Al primo tiro in porta del Pescara, destro nemmeno forte di Cascione, Stekelenburg respinge male, Marquinhos si perde Caprari e l’ex segna a porta vuota, di testa, e non esulta per il vantaggio al quattordicesimo. Senza orgoglio e gioco, la Roma sbaglia anche davanti: Totti fa meno del solito, ma mette Florenzi e De Rossi davanti a Pelizzoli: il primo colpisce l’ex portiere giallorosso, il vicecapitano nemmeno tira. Andreazzoli, partito con il 4-3-3, passare al 4-2-1-3, quasi a specchio con il Pescara che inizia con il 4-2-3-1 e finisce con il 4-4-1-1. Florenzi si piazza dietro i tre attaccanti, ma non rientrerà dopo l’intervallo: nella ripresa, con Totti arretrato da trequartista, entra Destro che, su tiro sballato di De Rossi, pareggia al sesto, tap in a un metro dalla porta. Quinto gol in campionato e decimo in giallorosso contando i cinque di coppa. Pelizzoli devia in angolo un sinistro di De Rossi, rigore in movimento sull’unica giocata di Pjanic che poi lascia il posto a Bradley. Castan sta per regalare il pari a Sforzini che colpisce Stekelenburg, reattivo quando evita la sconfitta sulla palombella di Di Francesco jr. Andreazzoli ottiene solo altri corner con la mossa della disperazione: fuori Piris e spazio a Lopez. Tutte le punte in campo e assetto da partita in spiaggia: ecco il 3-2-3-2 e altri fischi.