(D.Galli) – Preparatevi. Domani, e se non è domani è dopodomani, qualcuno tenterà di spacciare le trasferte romaniste come un attentato alla sicurezza del pianeta Terra. Ci sarà chi proverà a dire che i tifosi giallorossi sono pericolosi tout court, e capirai se non lo saranno per un derby che vale una Coppa. Magari perché in 19 sono stati pescati senza biglietto del treno a Civitavecchia – erano diretti a Torino – e invece di multarli come accade per i cristiani, sono stati daspati e gli sono state sottratte le armi del delitto: 17 As Roma Club Away, la card che ha permesso il ritorno dei tifosi in trasferta e una As Roma Club Privilege, la classica tessera del tifoso. Il totale fa 18 e non 19 perché uno di loro non aveva né l’una, né l’altra. Accadrà. Statene certi. Sono sensazioni, ma sono corroborate da fatti. Da quello che è avvenuto due giorni fa.
Mentre la Roma aspetta di giocare con il Toro, alle spalle di via Filadelfia, cuore del tifo granata, si scontrano due gruppi della Maratona, la curva torinista. Saltano fuori i coltelli, ci sono due feriti. Un ferito c’è anche all’Olimpico di Torino, l’ex Comunale. È un romanista. Si è fratturato l’avambraccio, inciampando. Questi sono i fatti. Questa è la cronaca. Questo è quello che ha raccontato La Stampa nelle pagine di Torino. È cronaca anche la notizia dei romanisti fermati sul treno alla stazione di Civitavecchia, «responsabili di illegalità lungo le vie di trasporto», scriveva ieri l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. Illegalità. Cioé: non hanno pagato il biglietto. Se non sei un tifoso, te la cavi con una multa. Se lo sei, ti becchi il daspo con annessi e connessi. Torniamo però a domenica.
Nel tardo pomeriggio Repubblica.it attribuisce la responsabilità degli incidenti, quelli veri, quelli di Torino, agli ultras della Roma, appena tornati in trasferta grazie alla Away. In serata il portale on line corregge il tiro e il collega Matteo Pinci su Twitter riconosce l’abbaglio: «A volte pur lavorando con scrupolo e ascoltando fonti autorevolissime si sbaglia. In quei casi non si cercano scuse. La rettifica è on line». Così non agisce invece la Gazzetta della Sport, che in un melting pot di lanci d’agenzia, di indiscrezioni da siti internet e di inesattezze (si parla di abolizione della tessera del tifoso, che non è stata affatto abolita) agita lo spettro dell’uomo nero. Chi è? Il romanista in trasferta, ovviamente. «Tifosi romanisti senza biglietto in partenza per Torino bloccati in stazione – si legge nell’articolo – due tifosi granata feriti leggermente da coltelli nei pressi dell’Olimpico, un tifoso romanista in ospedale per la frattura dell’avambraccio. Poteva finire peggio la prima trasferta degli ultrà giallorossi dopo tre anni di divieto e l’abolizione della Tessera del tifoso. Il battesimo della «away card» ha fatto piovere 30 Daspo con tanto di sequestro di coltelli e bastoni». Quindi la colpa dello scontro tra gruppi granata – tra granata, non tra giallorossi e granata – è dei romanisti in trasferta? Quindi se 19 persone – non tifosi: persone! – viaggiano senza titolo e vengono sanzionati, è colpa della Away? Poteva finire peggio questa trasferta. Ma poteva finire sicuramente meno peggio quella dei napoletani a San Siro col Milan, aggrediti da un gruppetto di milanisti con pietre e bengala. Però questa trasferta fa meno notizia. Forse, perché la notizia è vera.