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IL ROMANISTA Sei giocatori in cerca di derby

Andreazzoli

(D.Galli) – Sono sei personaggi in cerca di derby. Sono sei calciatori per i quali sarà un esame di laurea, in qualche caso un test d’accesso per la Roma che verrà, una specie di prova da dentro o fuori. Sono sei, tra loro c’è anche l’allenatore, tornato adesso a indossare la divisa di traghettatore perché questa città non conosce le mezze misure. Di vero c’è che nemmeno la Roma sa oggi quale sia il futuro di Andreazzoli, perché tra Aurelio e la possibile conferma c’è proprio questo Roma-Lazio e l’eventuale, storico, Roma-Lazio di Coppa Italia.

ANDREAZZOLI È il leader di questo gruppo. È il primo a incassare gli elogi per avere restituito un po’ di armonia e avere recuperato qualche elemento, ma è anche il primo a dover ricevere delle critiche quando i risultati non arrivano. Risalite dopo la vittoria sul Parma, le sue quotazioni sono ora nuovamente in ribasso. Esattamente come avvenne dopo il pareggio che sapeva di sconfitta a Udine, quando la sostituzione di Totti gli costò una quasi unanime censura. Fu sfortunato, la Roma subì l’1-1 immediatamente dopo e il subentrato Osvaldo si divorò una palla gol clamorosa, quella del nuovo vantaggio. Stavolta, e cioè a Palermo, non ha convinto la formazione messa in campo dal primo minuto. Lui si è difeso:«Era la stessa di Roma-Parma». Ha ragione, rispetto a quell’undici mancava solo Marcos e sostanzialmente anche Tachtsidis, che col Palermo è tornato ai livelli di Zeman. Cioè, scarsi. Era all’incirca lo stesso undici, ma non c’erano le stesse motivazioni o comunque, come ha ammesso proprio Andreazzoli, non c’erano i medesimi equilibri.

STEKELENBURG Non è sembrato ineccepibile sulla rete di Ilicic. Ogni tanto sfarfalla, gira a vuoto, non offre la consueta sicurezza. Il suo primo Roma-Lazio, una stagione fa, terminò dopo appena 7 minuti: stese Klose lanciato a rete. La Roma ha bisogno di lui, ha bisogno di sapere che non deve cercare un altro portiere. E Stekelenburg ha bisogno di dare il suo contributo per vincere il derby.

BURDISSO Bandito, Scarface, uno con le palle. Nico è questo, Nico sono i suoi soprannomi, sono i vezzeggiativi che lo configurano, lo settano, come il calciatore modello, quello che fa spogliatoio, il senatore che aiuta i più giovani, un modello per la squadra. Come puoi non amarlo? Non lo ami, o lo ami meno, se a Udine si fa beffare da Muriel e poi colleziona cilecche col Palermo. Con la Lazio non può sbagliare. Con la Lazio non si può.

DE ROSSI All’andata toccò probabilmente il punto più basso della sua stagione, e forse della carriera: colpo proibito a Mauri, rosso, Roma in 10. Senza dietrologie, senza cercare di capire perché con la Nazionale è un mostro e con la Roma – è capitato a Palermo – è la controfigura del mostro. A differenza di tutti gli altri, però, non ha bisogno di motivazioni. A un romanista dici Lazio e basta quello. Le telenovele sui possibili scenari futuri De Rossi le lascia agli altri. Calcisticamente parlando, c’è la Roma. Poi niente, poi niente. Il niente, appunto. Quindi la Lazio.

LAMELA Sinonimo di talento micidiale, deve diventarlo di campione affermato. Da esterno piace ad Andreazzoli, non ai romanisti. Meglio dietro le punte. O la punta. Meglio ancora però sul tabellone dell’Olimpico lunedì prossimo. Sia chiaro, non è che se fallisce al derby la Roma lo vende. Ma se non fallisce, aiuta a resistere sicuramente a ogni eventuale sirena di mercato.

DESTRO È tornato dopo un infortunio di due mesi. È ancora presto per capire se potrà scendere in campo o meno contro la Lazio. Se fosse disponibile, se fosse convocato, se fosse in campo, avrebbe l’opportunità enorme di conquistarsi un posto nell’Empireo. Là dove entrano solo quelli che decidono un derby

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