(V.Meta) – La notizia buona è che la quarta sconfitta consecutiva nei derby è stata sventata. Quella cattiva che i rimpianti sono molto più numerosi dei sospiri di sollievo, perché questo derby la Roma ha rischiato seriamente di perderlo ma soprattutto di vincerlo, giocando in undici contro dieci metà ripresa contro una Lazio che dopo il rigore fallito da Hernanes (non chiamatelo nuovo Floccari) ha abbassato parecchio i ritmi. L’1-1 è un risultato che rende atto di un primo tempo inguardabile, in cui per lunghi tratti è sembrato di rivedere la Roma di Palermo, e di un secondo più vivace, anche se il ritorno alla difesa a quattro e l’aver schierato tutti i centrocampisti in rosa tranne Tachtsidis non hanno sortito l’effetto desiderato dal tecnico. In compenso Totti aggiunge un altro record al suo 2013 da favola, raggiungendo Delvecchio e Da Costa a 9 gol nei derby. Andreazzoli rinnega la difesa a tre e torna a quattro abbassando Marquinho e Torosidis e lasciando in panchina Burdisso e poi disegna un inedito centrocampo a rombo con De Rossi vertice basso, Pjanic alto, completato da Bradley e Florenzi. Davanti Totti e Lamela, riportato a tiro di porta. A quattro giorni dagli schiaffi di Istanbul e altrettanti dal ritorno a porte chiuse, Petkovic risponde con il consueto 4-1-4-1 con Ledesma davanti alla difesa, anche se il passo verso il 4-3-3 è breve, basta che Candreva e Lulic facciano qualche passo in più. La partenza della Roma fa sperare in qualcosa di bello, perché è passato meno di un minuto dal fischio d’inizio quando Florenzi scambia con Marquinho, palla per Totti, primo tentativo di taglio in area rimpallato, non il cross a occhi chiusi che trova sul secondo palo la testa di Lamela, che però non riesce a colpire bene e Marchetti può bloccare. Il portiere non si fa sorprendere nemmeno a ridosso del 10’, quando esce in anticipo su Pjanic servito in profondità da Totti al termine di una bella azione di prima iniziata da De Rossi. Incoraggiante, considerando che fin qui della Lazio si fatica a trovare traccia. Invece al 13’ Candreva mette alla prova i riflessi di Stekelenburg con un destro sul primo palo che l’olandese respinge in angolo, ma il pasticcio arriva tre minuti più tardi, quando Pjanic batte malissimo un calcio d’angolo e la Lazio riparte in contropiede più solitario che veloce, visto che non c’è nessuno a rientrare, Lulic taglia in mezzo per Hernanes che ha il tempo di controllare, mandare fuori tempo Castan con un dribbling a rientrare e poi calciare con il sinistro, palla all’incrocio e Stekelenburg battuto.
Lo svantaggio più che svegliare la Roma, addormenta la partita: la Roma non dà segni di vita e tantomeno di idee, l’unico a restare lucido è Stekelenburg che per due volte si oppone a Lulic e Klose, sempre troppo liberi di tagliare verso l’esterno. Il primo tiro nello specchio degno di questo nome la Roma lo trova nell’ultimo dei tre minuti di recupero, quando Florenzi recupera un buon pallone e serve Totti, stop e destro che Marchetti respinge con i pugni. L’inizio della ripresa è una discesa agli inferi con biglietto di ritorno. Al 4’ Mazzoleni fischia il rigore per un fallo di mano di Marquinhos su cross di Lulic (la deviazione è con il braccio, non vicinissimo al corpo) e sul dischetto si presenta Hernanes. Forse pensando bastasse parodiare il pollice in bocca con cui aveva festeggiato l’1-0 per poter essere come Totti, s’inventa un improbabile pallonetto che finisce alto, con buona pace di Tare, improvvidamente balzato in piedi in tribuna. Andreazzoli butta dentro Mattia Destro, al ritorno in campo dopo due mesi e mezzo, togliendo De Rossi, che esce fra i fischi senza fare una piega. La farà eccome poco dopo, quando si sgola per esultare al pareggio di Totti. Sì, perché nella sua magica notte Hernanes non si fa mancare niente, e al rigore sbagliato aggiunge il rigore causato, per fallo su Pjanic appena dentro l’area. Dal dischetto il Capitano non sbaglia e va a eguagliare il record di nove reti nei derby di Delvecchio e Da Costa, ospiti della passerella sotto la Curva prima della partita. Petkovic pensa al Fenerbahce e toglie Klose, la Roma sfiora il sorpasso al 19’: punizione violentissima di Totti, sulla corta respinta di Marchetti si avventa Florenzi, che però calcia addosso al portiere. Al 24’ Biava rimedia il secondo giallo e la Roma si ritrova in superiorità numerica, solo che Andreazzoli preferisce sfruttarla inserendo Dodò per Florenzi e avanzando Marquinho a centrocampo, passato a tre dopo l’uscita di De Rossi. L’occasione migliore capita sulla testa di Lamela, tutto solo sul secondo palo sull’angolo di Totti al 35’, ma l’argentino ancora una volta non colpisce bene e manda alto. Il Capitano ci prova ancora su punizione al 41’, stavolta è bravo Marchetti a bloccare sulla linea.