(V.Meta) Il conto alla rovescia per il derby in finale era cominciato circa un mese fa, ma non si poteva dire. Adesso, dopo il 3-2 che è anche la seconda vittoria stagionale in casa dell’Inter, dirlo ha un che di inquietante. Non basta un primo tempo di rara bruttezza a togliere alla Roma la finale di Coppa Italia del 26 maggio, perché la rimonta della ripresa scaccia i fantasmi e passeggia su quel che resta di un’Inter troppo stravolta per essere vera, che finisce con tre Primavera in campo e paga gli errori dell’unico reparto non in emergenza, la difesa.
Fra infortuni, squalifiche e forfait dell’ultimo minuto, ci sono più giocatori in tribuna che in campo: Stramaccioni perde nel riscaldamento anche Cambiasso, che va a unirsi ai connazionali Palacio, Milito e Burdisso in un parterre tutto argentino. Al suo posto a centrocampo c’è Jonathan, esterno a destra nel centrocampo a cinque, con Zanetti che scala interno a destra. La panchina è prelevata in blocco dalla Primavera, con ben sette giocatori provenienti dalla squadra di Bernazzani.
Andreazzoli deve fare i conti con le assenze degli squalificati Osvaldo e Burdisso e con quella ancora più pesante di Pjanic, che non recupera dalla contusione alla caviglia rimediata a Torino. In compenso recupera De Rossi, Marquinhos non è al meglio ma stringe i denti e per la prima volta dalla partita d’andata si rivede dal primo minuto Mattia Destro, centrale nel tridente completato da Lamela e Totti. Parte meglio la Roma, che nei primi quattro minuti va due volte alla conclusione, prima con Florenzi (servito di tacco daDestro, conclusione respinta), poi con Totti, che ci prova su punizione da fuori area e trova la presa di Handanovic. Con il passare di minuti, però, è l’Inter a prendere campo vincendo i duelli a centrocampo e sfruttando le autostrade spalancate per Alvarez sulla fascia destra: è proprio dell’argentino il primo tiro verso la porta di Stekelenburg, ma è debole e finisce fuori. La Roma è ferma e Kovacic, migliore in campo nel primo tempo, ne approfitta con un paio di azioni personali concluse con altrettanti assist per Alvarez, che però sbaglia la mira. Non la sbaglia invece Jonathan, che al 21’ inizia e chiude una splendida azione di prima scambiando due volte con Alvarez e Rocchi, prima di anticipare il ritorno di De Rossi e battere Stekelenburg sul primo palo. Inter virtualmente in finale.
I giallorossi non riescono a venire a capo di una manovra degna di questo nome e rischiano di subire il raddoppio, prima con una girata di Rocchi su cui è pronto Stekelenburg, poi con un gran taglio di Kovacic per Jonathan , conclusione rimpallata. Segnali di risveglio soltanto nel finale: al 35’ Handanovic salva sul suo palo un tentativo di Destro lasciato solo da Alvarez, mentre allo scadere compie un miracolo su Florenzi, al termine di una bella azione iniziata da De Rossi e rifinita da Destro. La ripresa comincia con Balzaretti al posto di Florenzi, uscito zoppicando per una botta alla caviglia, Stramaccioni inverte gli esterni e le cose iniziano a cambiare. Così dopo una buona occasione per Torosidis servito da Lamela, al 10’ è De Rossi a trovare la verticalizzazione per Lamela, che vede Destro sul secondo palo e lo serve, Mattia è bravo ad anticipare l’uscita di Handanovic e mettere la palla nell’angolo lontano. 1-1, in finale c’è virtualmente la Roma, ma resta lo spauracchio dei tempi supplementari. Un pericolo che è lo stesso Destro a vanificare al 24’: De Rossi ha il tempo di guardarsi intorno per cercare il compagno giusto e pesca Balzaretti tenuto in gioco da Juan Jesus, cross basso e destro facile facile dell’attaccante. 2-1, niente supplementari e si può ricominciare a respirare.
Andreazzoli cambia inserendo Dodò (alto a sinistra come a Torino) per Destro e poi Taddei per Lamela, ma a pescare il jolly è Torosidis, che al 29’ si inventa un sombrero sull’incolpevole esordiente Francesco Forte (romano, peraltro) e poi un destro a giro sul palo lontano che dalla panchina stanno a guardare increduli. 3-1 e tutti a casa? No, perché a 10’ dalla fine c’è tempo per un gol che all’Inter serve al massimo per alimentare i rimpianti: lo segna Alvarez al termine di un’azione personale. C’è il tempo perché Totti sfiori l’ennesimo gol all’Inter, prima del fischio dell’arbitro. Fischio d’inizio, ovviamente. L’inizio della quaresima.