(A.Austini) Avanti insieme, con reciproca frustrazione e imbarazzo. Ma prima o poi, come tutti gli amanti in crisi che provano a far finta di niente, si ritroveranno ad affrontare il problema.
Il rapporto tra De Rossi e la Roma assomiglia tanto a una convivenza obbligata, condita da errori, pensieri e pentimenti.Il biondo di Ostia, esausto per le critiche e la pressione concentrata su di lui ormai da anni, ha pensato di cambiare aria nelle ultime due estati, ma quando si è trovato di fronte alla scelta non se l’è sentita di mollare la squadra e la città della sua vita. Idem la società: ha trattato la cessione e si è tirata indietro quando ormai l’accordo con il Manchester City era quasi raggiunto. È stato anche un problema di responsabilità di fronte alla piazza: né il giocatore né i dirigenti volevano assumersi la «colpa» di un divorzio che ferirebbe i sentimenti di molti.
Nel frattempo è arrivato un contratto ricchissimo da 6 milioni netti all’anno, ma De Rossi non è mai tornato ai suoi livelli. Quelli di un campione che trascinava la Roma di Spalletti in mezzo al campo. E adesso, a 30 quasi compiuti, la sua valutazione è inevitabilmente scesa. Se prima c’era la fila per acquistarlo, ora diventa complicato trovare un club pronto a garantirgli lo stesso stipendio e pagare il cartellino al club degli americani. Mancini, deluso dai ripensamenti del ragazzo, ci ha messo una pietra sopra e non si sa neppure se rimarrà al City. L’altro grande estimatore è Ancelotti, che l’avrebbe portato a Parigi e adesso si ritrova anche lui con il futuro in bilico: se dovesse, come pare possibile, allenare il Real nella prossima stagione, ecco che le porte di Madrid si potrebbero riaprire per De Rossi. Il nuovo interesse del club spagnolo è stato non a caso rilanciato ieri da «radio-mercato». Solo segnali, al momento. La Roma non ha ricevuto offerte, idem il giocatore. Ma nessuno a Trigoria se la sente di prevedere l’evolversi della situazione. Sperando che De Rossi ritrovi una condizione psico-fisica adeguata da qui a fine campionato, diventerà poi decisivo il parere del futuro allenatore. Gli americani di dubbi ne avrebbero pochi: se liberarsi da uno stipendio così pesante può servire a rinforzare la squadra, la cessione si farà.
De Rossi ha ricominciato a pensarci, seppur consapevole di non avere più il mercato di una volta. Alla fine la decisione spetterà soprattutto a lui, provato dai contrasti con Zeman e ancora in evidente crisi nonostante la fiducia piena di Andreazzoli. Talmente piena che ha deciso di lasciarlo in campo per mezzora da «zoppo» nel derby. Gli esami di ieri hanno escluso lesioni ossee e capsulo-legamentose alla caviglia destra infortunata, ma De Rossi dovrà stare fuori per quattro giorni e salterà la trasferta di domenica a Torino, tentando il recupero per la sfida cruciale con l’Inter in Coppa Italia di mercoledì prossimo.
Quella sera a San Siro non ci sarà ancora Osvaldo (è squalificato in coppa), l’altro «pezzo grosso» della rosa che crea disagio alla Roma. Rientrato nella notte di martedì da Londra insieme alla fidanzata, ieri si è ripresentato regolarmente a Trigoria per l’allenamento mattutino. Al di là dei saluti e i discorsi di routine, nessuno l’ha preso di petto perché il suo viaggio era autorizzato. Osvaldo si muove ormai da separato in casa e la cessione, nel suo caso, sembra solo questione di tempo. Si cerca qualcuno – il Napoli? – disposto a offrirgli i due milioni e mezzo che guadagna nella Capitale e a pagare il cartellino almeno 10 milioni. Strano ma vero: per la Roma è diventato complicato anche piazzare due nazionali.