(A. Austini) – «Non servi più». Ci ha provato davvero in tutti i modi la Roma americana a farlo capire a Simone Perrotta. Proposte di cessione, di rescissione, esclusione dalla tournée negli States, tanta panchina. Ma non c’è stato niente da fare: il campione del mondo, diventato nel frattempo anche consigliere federale, è ancora lì. E adesso gioca pure: per la legge del «non c’è due senza tre» potrebbe partire titolare e anche dopodomani nel derby.
Le prove tattiche di ieri sono una conferma. Andreazzoli ha inserito Perrotta nel centrocampo a cinque durante le esercitazioni, insieme a De Rossi, Pjanic e agli esterni Torosidis e Marquinho (Balzaretti è ancora influenzato e comunque fuori dai giochi). Un sorpasso in piena regola su Florenzi, forse suggerito dal rischio di eccessiva tensione che potrebbe correre il giovane romano. Stamattina nel penultimo allenamento se ne capirà di più, anche sull’idea maturata da Andreazzoli di modificare leggermente il modulo: 3-4-1-2, con Pjanic trequartista e incaricato di pressare il playmaker Ledesma oltre che ispirare la coppia d’attacco Totti-Lamela.
Se anche venisse confermato il 3-4-2-1 con due mezze punte, Perrotta avrebbe le sue chance. Il feeling con il vecchio amico Andreazzoli è la base della sua ennesima rinascita, ma tanti meriti li ha lui. Unico superstite della rivoluzione americana insieme a Burdisso e Taddei (senza contare ovviamente i due capitani), ha continuato ad aspettare paziente il suo momento, puntualmente arrivato. Un gol decisivo a Siena, un altro al Genoa e la dimostrazione di avere ancora tanta voglia. E se a fine stagione, quando scadrà il contratto, la Roma lo chiamasse per dirgli «ci servi ancora» avrà completato la sua missione.
Discorsi prematuri. Adesso c’è da battere la Lazio. Ieri, all’uscita del consiglio federale, l’ufficio stampa di Trigoria lo ha autorizzato a «infrangere» il silenzio imposto ai giocatori in questa settimana. Perché di lui possono fidarsi. «Il derby è una tappa fondamentale per l’Europa – riconosce Perrotta – ma non è l’ultima chiamata visto che dopo la gara con la Lazio ci sono ancora sette partite. Sarà una sfida molto dura alla quale arriviamo in un momento non facilissimo dopo la sconfitta di Palermo. Conosciamo bene le insidie e l’importanza di questa partita per la città e per i nostri tifosi. Siamo consapevoli di quello che ci giochiamo».
In tribuna ci sarà un tifoso in più, James Pallotta, al debutto assoluto all’Olimpico per una stracittadina. Sarebbe il caso di regalargli una serata di gioia. «Non vogliamo fare un regalo solo a lui, ma anche a noi stessi e a tutta la città perché ci meritiamo una soddisfazione del genere». Scontata la domanda sul voto contrario a Lotito nelle elezioni della vicepresidenza Figc. «Abbiamo appoggiato il nostro candidato – ha risposto il centrocampista a stuzzicato sulla rivalità cittadina col numero uno della Lazio, Lotito – crediamo in Albertini ed è un successo per tutto il calcio che un ex giocatore possa rappresentare la continuità». Perrotta gli cresce accanto per garantirsi un futuro nel Palazzo. Ma prima vorrebbe chiudere la carriera a Roma, dove si è stabilita da anni la sua famiglia.
Parola a Sabatini e Baldini, già impegnati in prospettiva mercato. Il padre di Aubameyang, ad esempio, ha confermato l’interesse per il figlio attaccante. «La Roma – dice – è pronta a soddisfare la richiesta del Saint Etienne, tra i 12 e i 15 milioni di euro». Dalla Spagna, invece, rimbalza il nome di Carlos Vela, punta messicana della Real Sociedad con passaporto comunitario. E siamo solo all’inizio, per non parlare degli assalti ai vari Lamela, Pjanic e Marquinhos delle big d’Europa. «Resistere» è la parola d’ordine.