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IL TEMPO Roma, basta scherzi

Andreazzoli

(A. Austini) – Romanisti, gente con un cuore grande così. Ne hanno viste di tutte i colori in questo campionato, negli occhi hanno ancora l’ultima delusione di una settimana fa col Pescara eppure oggi eccoli ancora lì, in 40mila sugli spalti, per una partita contro il Siena che serve solo a riavvicinarsi all’Europa League.
Ce la farà stavolta la Roma a regalare loro una gioia? «Dipende da tanti fattori – sospira un Andreazzoli sempre più scoraggiato dall’altalena inarrestabile della squadra – credevo di aver raggiunto uno dei miei obiettivi, la continuità. Ma faccio un passo indietro». Così al tecnico non resta che lanciare un appello all’impagabile gente romanista:«È nell’interesse di tutti che il pubblico ci sostenga. E poi rispetto a quello che la squadra sarà capace di fare, ci sarà una reazione alla quale giustamente bisognerà sottoporci». Fischi e mugugni sono garantiti almeno all’inizio e su tutti Osvaldo, già bersaglio domenica scorsa, si dovrà mettere l’anima in pace. «Inviterei – insiste l’allenatore giallorosso – chi viene allo stadio a sostenerlo in qualsiasi maniera. Lui deve fare in maniera di avere questo riscontro dai tifosi e sono convinto che lo farà».

Di solito, vedi Destro protagonista a San Siro, quando prevede il futuro Andreazzoli ci prende. Quello che proprio non gli riesce – e sarebbe troppo chiederlo a lui dopo i ripetuti fallimenti dei predecessori più illustri – è risolvere i problemi di approccio a partite sulla carta semplice. «In serie A c’è pochissima differenza tra le squadre e dipende dall’interpretazione che dai alle gare. Prima del Pescara avevamo posto l’accento sui pericoli ma si è verificato di nuovo e siamo dispiaciuti. Volevamo intraprendere un trend positivo, invece abbiamo rifatto un passo indietro e questo ci ha lasciato molta amarezza e personalmente anche rabbia. Ma gli stessi sentimenti li ha hanno i calciatori e questo mi fa ben sperare».

La soluzione magica, però, non la trova nessuno. «Sono tante le componenti – spiega ancora Andreazzoli – che possono migliorare: ci metto il gruppo di lavoro, la società stessa, l’ambiente e anche voi giornalisti. Ce ne fosse una sola di causa sarebbe facilissimo: la individui, la combatti e la elimini». Di sicuro questa Roma troppo spesso ha snobbato gli impegni e per questo, quando lo accusano di fare pre-tattica eccessiva non rivelando il sostituto di Stekelenburg, il tecnico si arrabbia. «Lo vedete? Qui si snobba il Siena».
A Trigoria c’è preoccupazione ma pure la consapevolezza che il bilancio della stagione possa ancora cambiare in meglio. «Quest’anno non siamo fuori dalle coppe, ce le stiamo giocando. Non lo dimenticherei». Un monito rivolto anche ai giocatori: per la certezza dell’Europa senza passare per la Coppa Italia serve il quinto posto e da ieri bisogna superare anche l’Udinese. Rischioso guardare troppo in là: dal modello-Barcellona ora si è passati a inseguire l’esempio del Borussia Dortmund.«L’indirizzo della nostra società è costruire nel tempo un modello di quel tipo e auguro alla Roma di raggiungere quei risultati. Sono arrivati calciatori interessanti, ne arriveranno altri, quindi la situazione non può che migliorare. Se ora non siamo soddisfatti, lo saremo a breve».

Per ripartire la Roma sta aspettando la risposta di Allegri e gli ultimi segnali sono incoraggianti: Berlusconi ha confidato di essere pronto a scaricarlo. «Indipendentemente dalla mia volontà – ha risposto ieri il tecnico milanista – la decisione spetta al presidente Berlusconi e a Galliani». Lui la sua sembra averla già presa: se il Milan non gli rinnova il contratto, è pronto a rompere e ricominciare da Trigoria. Per costruire una grande Roma, non un Borussia.

 

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