(N.Santarelli) Adrenalina da violenza, difesa del territorio, onore. Il mondo ultras è tutto questo e molto di più. Cercare di capirlo, di conoscerlo meglio, non vuol dire giustificarlo.
Gli ultras non amano il confronto con il mondo esterno. Non vogliono essere capiti. Agli ultras piace lo scontro con gli altri ultras e con la polizia. Se tu gli chiedi: “Ma se l’obiettivo è darvele di santa ragione perchè dovete farlo vicino allo stadio?”, la risposta è chiara: “Se ci menavano in un bosco, non ne parlava nessuno. Ecco avremmo fatto la forza del cazzo”. E poi ancora: ”Gli incidenti del derby hanno fatto il giro d’Europa! Bloccare il lungotevere, da risalto. I giornali ne parlano, la curva acquista lustro”.
Sono fatti così gli ultras. Lunedì scorso in 200 si sono fronteggiati a più riprese nella zona dello stadio Olimpico. La polizia ha cercato di contenere ma il giorno dopo la reazione del prefetto di Roma Pecoraro è stata durissima: ”Mai più derby di sera”. Tutta colpa dell’orario della partita? Assolutamente no. Gli scontri infatti prima di Roma-Lazio sono avvenuti tra le 17 e le 19. E che l’orario della partita non sia un deterrente lo dimostra quanto accadutoieri a Torino, prima della sfida tra i granata e la Roma. Altri incidenti e sempre di giorno. Una recrudescenza quella della violenza da stadio che non va sottovaluta.
In questi anni in Italia la situazione è molto migliorata, il fenomeno sembrava quasi in via d’estinzione, a parte qualche rara eccezione. Nell’ultimo periodo però arrivano segnali preoccupanti. L’aggressione ai tifosi del Tottenham è stato forse un campanello d’allarme sottovaluto. L’impressione è che le curve si siano riorganizzate con equilibri diversi che sfuggono all’attività di intelligence delle forze dell’ordine. Con una novità rispetto al passato: l’aggressione alle persone normali, non ultras. Mentre non fa più notizia, almeno a Roma, l’utilizzo dei coltelli, una “moda” molto capitolina. Sono i nuovi ultras 2.0 molto diversi da quelli “vecchia maniera” e per questo più difficili da comprendere e di conseguenza da arginare.