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LA PARTITA DELLA SUD “Siamo così, è’ difficile spiegare, gioie e giornate amare, lascia stare…tanto ci potrai trovare qui!”

Curva Sud Roma

“E’ difficile spiegare, gioie e giornate amare, lascia stare…tanto ci potrai trovare qui!”. Sempre e comunque. A fare la cosa più semplice ma più bella che si possa fare: tifare la Roma, la squadra dei nostri padri ed un giorno quella dei nostri figli. “Una meraviglia sportiva senza uguali” come la definì Italo Foschi, padre fondatore della squadra della città eterna. Città eterna che domenica compiva la bellezza di 2766 anni di storia, “baluardo dell’umanità, immortale tra le città”. E se mamma Roma è il baluardo e la culla dell’umanità, la sua curva, la curva Sud, è l’ultimo baluardo di un tifo che non ha mai abbassato la testa, sventolando fiera e libera le proprie bandiere. Perché l’importante per chi sta là non è essere “a ‘na certa maniera”, è essere e basta. “E noi siamo un sogno, e tale resteremo sempre”. Un sogno d’amore, di passione e di attaccamento ad una maglia che spiegare ad una madre è quasi impossibile. “Perché?”, “ma chi te lo fa fare?”, “cosa ci troverai di tanto speciale?” è la domanda ricorrente che le nostre madri ci fanno ogni maledetta domenica, quando con la sciarpa al collo e la bandieretta in mano la salutiamo per andare allo stadio. Una domanda alla quale rispondere a parole è impossibile. Perché ci sono emozioni, sensazioni e sentimenti che non possono essere impressi su un pezzo di carta. Il “perché” è una domanda ricorrente che mi rimbomba in testa ogni qualvolta, dopo che ti sei sgolato per novanta minuti, vedi in campo undici giocatori che tradiscono la maglia che ami. “Perchè?” ti chiedi, ma non trovi una risposta. Tenti invano di cavar fuori dalla tua testa una risposta plausibile ma non ci riesci. O almeno non ci sono riuscito a darmela fino a domenica, quando a fine partita, vedendo quei ragazzi che nonostante la sconfitta, avrebbero cantato per altre dieci ore per i propri colori, me la sono data. Ed era più semplice di quello che pensavo: “E’ perchè l’amiamo”. E l’amore è così, è gioia e sofferenza, è un sentimento disinteressato che a volte ti spinge fino alla follia, anche se chi sta dall’altra parte non si meriterebbe neanche un quarto di quella passione che ci metti giorno dopo giorno. E’ quanto di più bello puoi provare sulla tua pelle, è un qualcosa che ti conservi gelosamente, e guai a chi te lo tocca. E’ un qualcosa di cui non bisogna vergongnarsi, perché anche se “ti diranno che sei un deficiente”, sai che quello che provi te per quella maglia è un qualcosa che solo in pochi possono provare: e tu sei uno di quelli. Perché per quella maglia potremo soffrire, piangere e provare talvolta anche odio per chi la indossa, ma come canta Fiorella Mannoia, “siamo così, è difficile spiegare certe giornate amare, lascia stare, tanto ci potrai trovare qui, con le nostre notti bianche, ma non saremo stanchi neanche quando ti diremo ancora un altro sì”.

Edwin Iacobacci

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