(Pasquale Tina) Il presente e il futuro s’intrecciano. Walter Mazzarri respinge il secondo tema e prova a concentrarsi soltanto sull’immediato che si chiama Pescara: “E’ una sfida insidiosa e può assomigliare ad una trappola. Non dobbiamo pensare inconsciamente che sia una vittoria scontata, altrimenti rischiamo. Gli abruzzesi non hanno l’assillo della salvezza e giocano bene. L’hanno dimostrato all’Olimpico contro la Roma, tra l’altro si vede la mano di Christian Bucchi. Si capiva che sarebbe diventato un grande allenatore”. Gli scenari della prossima stagione, però, incombono e il tecnico di San Vincenzo non può sottrarsi totalmente.
Una mezza ammissione gli scappa: “Ne parleremo quando il secondo posto sarà acquisito. Ora non c’è ancora la matematica, poi vedremo”. Il paragone con il Borussia Dortmund è quasi scontato: “Ci hanno messo cinque anni ad arrivare a questi livelli. Nel 2007 erano tredicesimi, poi hanno vinto due volte il campionato”. Al suo ‘Napoli’ ne manca uno per tentare di vincere il tricolore: “Noi abbiamo già fatto tanto. Sicuramente è più facile programmare dove si è seminato se esistono i presupposti giusti. In Germania, comunque, la cultura è diversa. C’è maggiore pazienza”. Un confronto con De Laurentiis, dunque, sarà necessario. E la Roma? “Sono lusingato da quello che scrivete voi ma io della Roma non so proprio niente, ma so parlare bene il dialetto romano…”. Capitolo chiuso, dunque. Ma sarà affrontato tra poco.
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