C’è una differenza netta tra le due squadre: la Roma ha segnato 20 gol in più, ma ne ha subiti anche 14 di più. La Roma si fa preferire quando attacca, la Lazio si sa difendere meglio. E ancora: la Lazio ha una sua identità precisa, un’organizzazione collaudata, perché il gruppo non cambia da anni e perché Petkovic con buon senso non ha stravolto il lavoro fatto prima di lui da Reja. La Roma, al contrario, è un cantiere aperto da due anni, dunque si affida di più al talento dei suoi migliori interpreti e con Andreazzoli adatta modulo e formazione alle caratteristiche degli avversari. La Lazio ha quattro giocatori super: Klose, Hernanes, Candreva e Marchetti. La Roma ne ha qualcuno in più in attacco: Totti, Lamela, Osvaldo e Destro; poi in difesa Marquinhos e, a centrocampo, se sta bene, De Rossi . Morale: si equivalgono abbastanza e si giocano l’ultimo jolly della stagione dopo delusioni e scoppole.
Forse per questo non osano, si annunciano molto prudenti. Petkovic torna al modulo preferito, il 4-1-4-1, con Klose unica punta, fasce presidiate e difesa superprotetta perché i due centrali non incantano. Andreazzoli medita di rispondergli con un 4-2-3-1 che è un po’ nelle corde di questa Roma, ma con la novità di Marquinhos sull’out destro. Tre difensori puri, nonostante la Lazio a una punta, sia pur del valore di Klose. Ma Andreazzoli sa che sulle fasce si accendono le ripartenze laziali, con Lulic e Candreva innanzi tutto. La Roma farà la partita, la Lazio l’aspetterà per ripartire. Chi imporrà il ritmo avrà un bel vantaggio, ma a questo punto quante energie sono rimaste?
Fonte: Corriere dello Sport