«Da un lato sarei orgoglioso se la Roma dovesse ritirare la maglia numero 10, tuttavia verrebbe magari distrutto il sogno di un ragazzo di poter vestire la maglia indossata un tempo da Totti. Una cosa è certa: per portare questo numero nella Roma è necessaria una forte personalità. Speriamo che ci sia in futuro». Sono le parole di Francesco Totti, intervistato dal settimanale tedesco ‘Kicker’ dopo aver tagliato il traguardo dei venti anni di carriera con la casacca della Roma. Il capitano giallorosso è oggi forse l’unica vera bandiera rimasta in Italia.
Ma se è riuscito ad entrare nella storia romanista il merito è anche di mamma Fiorella, decisiva nell’iscrive Totti nelle giovanili giallorosse. «Sono sempre stato tifoso della Roma e ho sempre amato questi colori. Quando avevo undici anni, Lazio e Roma chiesero a mia madre. Lei scelse la Roma, altrimenti probabilmente l’avrei uccisa – scherza l’attaccante – Questo club mi ha dato tutte le emozioni che potevo desiderare. Naturalmente altrove avrei vinto più titoli, ma non mi sono mai pentito della mia decisione, nemmeno per un secondo».
Nemmeno quando ha visto sfumare le chance di conquistare il Pallone d’Oro: «Se mi dà fastidio non averlo vinto? Sì e no. Ho avuto le mie occasioni a inizio millennio. Nel 2000 sono stato vicecampione d’Europa e l’anno seguente ho vinto il campionato. Ci sono stati momenti in cui non ho capito esattamente come fare a vincere il trofeo. Adesso però è più trasparente: lo vince il migliore calciatore, e si chiama Leo Messi».
Argentino, come il nuovo pontefice che ha scelto come nome proprio Francesco: «Chi è più importante per Roma? Io vivo qui da quasi 37 anni, lui solo da poco…» la battuta di Totti, che poi si sofferma sui mutamenti del calcio negli ultimi 20 anni: «È cambiato soprattutto nei settori del business e del merchandising che ora ricoprono un ruolo fondamentale. Se si tratta di uno sviluppo positivo? Si deve prestare attenzione, il calcio per me resta ancora prima di tutto puro divertimento».
Fonte: Ansa