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CORRIERE DELLA SERA Carissimi allenatori, deriva del mercato

Galliani e Allegri

(M. Colombo) – Il calciomercato ai tempi della crisi. Quando il fair play finanziario non era ancora entrato a gamba tesa sulle politiche economiche e sulle strategie societarie dei maggior club del continente, i presidenti Paperoni d’Europa si scatenavano scippandosi l’un l’altro a colpi di miliardi stelle e attaccanti. Non che gli allenatori fossero una figura marginale del progetto, ma di certo non rivestivano quel ruolo centrale che ricoprono ora. Non potendo più muovere montagne di euro per rivoluzionarie campagne acquisti, le società si affidano alle capacità e ai piani a lungo termine dei maghi della panchina.

Allenatori pagati come star, divenuti personaggi glamour (Mancini), tombeur de femmes (Mourinho), o più semplicemente guru da idolatrare (Guardiola). Il fil rouge che li accomuna è lo stipendio faraonico che percepiscono, a tutte le latitudini. A poche ore dal fischio finale del campionato, le panchine di mezza Europa stanno subendo un movimento tellurico. Il più corteggiato e perciò il più retribuito è sempre lui, lo Special One. Per il ritorno di fiamma a Stamford Bridge, José Mourinho percepirà 7,5 milioni di euro a stagione per quattro anni. Cifra che con i bonus potrà toccare la vetta monstre di 10 milioni. Per qualche mese è stato vicino alla Tour Eiffel, ma poi il fascino della Premier League ha avuto il sopravvento. Eredita la squadra che con Benitez ha vinto l’Europa League: siamo certi che convincerà Abramovich a non lasciarlo a bocca asciutta nella seduta estiva di shopping di giocatori (infatti si parla di Cristiano Ronaldo come primo nome sul taccuino degli acquisti).

Chissà cosa penserà di questo Carlo Ancelotti che, in attesa di essere liberato dal Psg che fa resistenza, pregusta il contratto triennale da 7 milioni netti che lo attende a Madrid. In Spagna vociferano che l’ufficialità dell’ingaggio avverrà il 3 giugno, a Liga conclusa (è curioso che l’ultimo impegno ufficiale di Carletto sia con il Milan: il 31 maggio a Tbilisi allenerà nella gara d’addio di Kaladze ex allievi come Maldini, Shevchenko, Rui Costa e Inzaghi). Ha lasciato la Spagna Pep Guardiola, l’ossessione di Berlusconi, destinato invece a guidare i già finalisti di Champions League bavaresi. Al Bayern Monaco resterà tre anni guadagnando 6 milioni di euro a stagione: icona del terzo millennio, alfiere del bel gioco e di valori positivi non ha mai anteposto le ragioni del portafogli a quelle delle idee (ma intanto il bonifico che percepirà a fine mese lo aiuterà ad affrontare in maniera ancora più zen la vita).

A casa nostra i nomi più gettonati sono quelli di Massimiliano Allegri e di Walter Mazzarri. Il primo, formalmente legato al Milan almeno fino a lunedì — giorno in cui è previsto un incontro fra Berlusconi e Galliani — è lusingato dal contratto triennale che gli ha già prospettato la Roma: 2,8 milioni di euro più bonus a stagione con la possibilità di intervenire in maniera attiva nella campagna acquisti.

Un altro livornese farà il percorso inverso e arriverà a Milano: si tratta di Mazzarri, a cui Moratti ha proposto un contratto biennale da 3,5 milioni. Più o meno lo stesso stipendio prenderà Rafa Benitez, il prescelto di De Laurentiis: accordo di due anni con opzione per il terzo. Alla sua seconda esperienza italiana, al momento sta discutendo sulla composizione dello staff. Partendo Cavani, potrebbe arrivare Fernando Torres. Non è escluso che incontri De Laurentiis domenica a Londra, dopo la finale di Champions League. Numeri da capogiro sono stampati sul saldo del c/c di Roberto Mancini, congedato dal City con una buonuscita di 7,5 milioni di euro. Potrebbe approdare al Monaco, tornato in Ligue 1 con l’ambizione di duellare con il Psg. Presso lo sceicco Mansour si accasa Manuel Pellegrini che dopo i 3,8 milioni del Malaga si aspetta dal City un robusto aumento per il disturbo. Beato lui.

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