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CORRIERE DELLA SERA Il Chievo mette a nudo tutti i mali della Roma e conquista la salvezza

Osvaldo

(L.Valdiserri) – Sarebbe servito un time out di 90 minuti. La Roma non cresce mai e butta via l’ennesima occasione per avvicinare l’obiettivo minimo dell’Europa League ma, soprattutto, per dimostrare di non essere una squadra sopravvalutata e bambocciona. Non si merita nulla quando in un campionato si conquistano zero punti con il Chievo, 1 con Bologna, Catania e Sampdoria, 3 ma perché sono arrivati a tavolino con il Cagliari e con il Palermo, 4 contro il Pescara quando (quasi) tutti ne hanno fatti 6. La dodicesima sconfitta in campionato, la terza della gestione Andreazzoli, è il segnale di una malattia profonda, grave, che sarà difficile da estirpare anche in futuro. Il Chievo non si è vergognato di difendersi spesso con nove uomini dietro al pallone e ha colpito in contropiede, con Thereau, a un minuto dalla fine. È stato l’unico tiro in porta dei veneti, ma il calcio è anche questo. Proprio come lo era stato la vittoria della Roma di sabato scorso a Firenze. A mettere la Roma sulla buona strada—la strada della logica— non sono bastate la sconfitta di Palermo e il pareggio in casa contro il Pescara. Ancora una volta, davanti a una partita che sembrava semplice, la squadra si è imbizzarrita come un cavallo davanti all’ostacolo. Le occasioni del secondo tempo (due volte Destro, con belle parate di Puggioni; una traversa di Totti, masu tiro deviato che si era trasformato in una palombella avvelenata) sono comunque troppo poco. Andreazzoli, spiace dirlo, in questa occasione ha sbagliato tutte le scelte, dalla formazione iniziale ai cambi.

La squadra ha mostrato i suoi limiti di personalità e chi l’ha costruita, cioè i dirigenti, dovrebbe fare un mea culpa verso i tifosi. C’è il derby finale di Coppa Italia, certo, ma anche in caso di vittoria sarebbe un grave errore archiviare la stagione senza operare con il bisturi. A tutti i livelli. L’esperimento del doppio centravanti (Destro e Osvaldo) è fallito, come era già successo nella nazionale di Prandelli, anche se Destro è stato almeno protagonista di qualche azione. Fallimentare la prova dei due esterni di centrocampo, Piris e Dodò. Malissimo Pjanic, irriconoscibile. Persino Totti ha calciato malissimo i calci d’angolo, unico vero schema offensivo della serata. E la palla da cui è nato il contropiede vincente è stata persa da Lamela, a lungo confinato in panchina (come Florenzi e Torosidis, diffidati) ed entrato in campo completamente scarico. Il Chievo si è difeso e ha atteso l’occasione. I migliori sono stati il portiere Puggioni, Dramé e Cofie, ma tutti hanno portato il loro contributo per l’ennesima salvezza conquistata sul campo. Con l’umiltà che manca alla Roma. 

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