(L. Valdiserri) – Lo scontro tra Andreazzoli e Osvaldo («piagnucoloso »contro «incapace e laziale») è la parte emersa dell’iceberg contro il quale la Roma si è scontrata, modello Titanic, dopo una stagione disastrosa chiusa con il sesto posto in campionato, il derby perso contro la Lazio nella finale di Coppa Italia e l’esclusione dalle coppe europee per il secondo anno consecutivo (in pratica il terzo, visto che nella stagione 2011-2012 i giallorossi furono eliminati nel preliminare di Europa League dallo Slovan Bratislava). Ma c’è anche una parte sommersa di quell’enorme blocco di ghiaccio, che forse fa ancora più paura. È quella che si può leggere sulla faccia di tanti giocatori giallorossi.
Ieri è uscita l’intervista rilasciata da Francesco Totti a France Football prima della finale di Coppa Italia. L’ennesima manifestazione di fedeltà, ma con una nota un po’ amara, un retrogusto di rimpianto: «Ho ancora offerte da club stranieri importanti. Se mai dovesse succedere, andrei a giocare solo all’estero e non in una squadra italiana. Invecchierò qui, con la stessa maglia. Se fossi andato al Real Madrid, avrei vinto tre Champions League, due Palloni d’oro e molte altre cose. Ma preferisco quello che ho fatto, semmai ho il rimpianto di non aver vinto due o tre scudetti in più con questa maglia. Sono cresciuto qui, ho sempre giocato nella Roma, la gente non mi vede come Totti ma come Francesco. Una parola per definire la Lazio? Niente. Se mio figlio Cristian si fidanzasse con una laziale? Non rientra a casa». Il capitano giallorosso ha 36 anni e il contratto in scadenza a giugno 2014. Era sicuro che il presidente James Pallotta, nel suo viaggio romano per la finale di Coppa Italia, trovasse un momento per sedersi al tavolo con lui e prolungare l’accordo. Così non è stato. Non mancherà l’occasione, magari a breve, ma non si può negare che il mancato incontro abbia amareggiato il giocatore che ha segnato 227 gol tutti con la stessa maglia, in una storia infinita che dura da 21 stagioni.E se Totti è comunque sicuro che il suo futuro sarà ancora alla Roma, lo stesso non si può dire di molti altri.
A partire da una coppia di centrocampisti — Pjanic e De Rossi — che ha tanti estimatori altrove e sempre meno a Roma. Il portiere Stekelenburg si è chiamato fuori nelle ultime settimane e andrà al Fulham. Destro ha giocato molto meno di quanto si aspettasse, il Barcellona corteggiaMarquinhos, il City fa lo stesso con Lamela e la mancata qualificazione per le coppe europee sono un potente argomento nelle mani dei club stranieri. Ecco perché è più che mai urgente portare Massimiliano Allegrisulla panchina giallorossa e far partire la terza rivoluzione in tre anni: il tempo stringe, l’umore della piazza oscilla tra l’isterico e il depresso, ogni altra scelta sarebbe vista come un ripiego.