Nuova rubrica per GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.
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Alla fortuna e a Daniel Pablo Osvaldo. Due i pali colpiti dalla Viola che fanno il paio ai tre colpiti sempre dai padroni di casa nella gara dei quarti di finale di Coppa Italia e vittoria romanista dopo un assedio da parte della Fiorentina come successo già nella partita sopra citata e prima ancora nella gara della stagione 2010-2011 vinta 1-0 grazie al gol decisivo di Mirko Vucinic. Ora trasmutato in Osvaldo; all’ultimo secondo, dopo aver sofferto tutta la partita, il centravanti italo-argentino svetta in area e insacca di testa il gol vittoria. Na gioia.
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Avere in chiave offensiva il solo Francesco Totti. Se la Roma riesce nonostante una partita pessima ad affacciarsi dalle parti della porta difesa da Federico Viviano lo deve solo al suo capitano. La botta potente su punizione meriterebbe maggiore fortuna e fa venire i brividi al Franchi. Da sottolineare l’impegno anche in fase di non possesso su Pizarro, costantemente rallentato nell’impostazione del gioco. Colonna.
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Il decisivo intervento del portiere uruguaiano sul destro dal limite di Adem Ljajic. Servito in verticale da Borja Valero, il talentino serbo taglia verso il centro e chiude forte sul primo palo con un tiro velenoso, trovando però l’attenta opposizione dell’estremo ospite, bravo a deviare in calcio d’angolo. Un piccolo passo per un “riscatto” che speriamo non arriverà in estate.
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L’infortunio di Lobont e l’ingresso forzato in campo di Goicoechea. Continua la fiera dei numeri uno in casa giallorossa tra scelte tecniche sbagliate, viaggi a Londra con biglietto di ritorno e infortuni gravi o meno gravi. Se l’ossatura di una compagine parte dal suo portiere la Roma manca nel pilastro portante ormai da troppo tempo. Soliti limiti.
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Le giocate imprendibili di Cuadrado. L’esterno Viola è la vera spina nel fianco della squadra romanista. Gioca in ogni zona del campo, apre e chiude contropiedi trafiggendo di netto il quartetto difensivo ospite assemblato da Andreazzoli. Costringe inoltre Florenzi a stenderlo nei pressi dell’area al 44′ con conseguenti scintille tra il numero 11 viola e De Rossi. Assolutamente inarrestabile; assieme al palo colpito da Jovetic al 38′, il brivido più grande del primo tempo di gioco.
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Erik Lamela. Il talento argentino evapora con il passare dei minuti, fallendo l’ennesima occasione di dare continuità alle sue prestazioni. Troppo legato alla singola giocata e poco concentrato nell’aiutare la squadra con i tagli continuamente invocati dalla panchina. Quando riuscirà a decidere anche questo tipo di partite allora la sua crescita potrà definirsi completata.
A cura di Rocky & Apollo