(M.Cecchini) Caro Allegri, il suo cognome ispira naturale ottimismo e questo senza dubbio sembra il miglior talismano possibile in vista della sua nuova avventura alla Roma, sempre che le beghe contrattuali col Milan non decidano di incagliarla nel territorio un po’ malinconico dell’anno sabbatico. Quello giallorosso è un mondo meraviglioso e complicatissimo, supportato da una passione che ha davvero pochi eguali. Ciò potrà senz’altro essere un vantaggio visto che, con la squadra che avrà a disposizione, fare peggio del 7° e 6° posto del biennio di gestione statunitense sarà quasi impossibile, perché l’esperienza e la pragmaticità che porta in dote allontaneranno in fretta gli spettri di Luis Enrique e Zeman.
A dispetto della «vulgata» popolare, il nocciolo duro dello spogliatoio è composto da bravi ragazzi, e non si preoccupi troppo del fatto che un informale referendum promosso la scorsa settimana tra i giocatori ha visto Mazzarri prevalere nettamente su di lei. I calciatori cambiano idea in fretta, soprattutto se i racconti sul suo spirito un po’ goliardico nella gestione dei rapporti interni corrispondono a verità. Punto importante: non creda a chi dice che il carisma di Francesco Totti sia un handicap per gli allenatori. Il capitano non ha mai abbandonato alla propria sorte un timoniere, neppure quando cercava di farlo finire in panchina. Certo, proprio la questione delle panchine per il prossimo 37enne Totti, sarà però un problema. Scoprirà infatti che, se la salute non farà scherzi, Totti resta sempre il miglior giocatore che avrà a disposizione, anche se ovviamente gli anni passano per tutti. E allora che fare? Utilizzarlo solo nei grandi match oppure riservargli quelli più agevoli?
Ai primi Francesco desidererebbe sempre partecipare, mentre i secondi potrebbero consentirgli più facilmente di fare gol e continuare l’avvicinamento al trono di Piola. L’impressione è che il capitano non vorrebbe rinunciare né agli uni né agli altri, così da far diventare la gestione del suo tramonto un tema che rischia di spaccare un ambiente già in perenne fibrillazione. L’etere romano, infatti, è un fenomeno unico nel panorama nazionale, e riveste un potere così grande che la Roma ha deciso addirittura di farlo monitorare quotidianamente da una sorte di Grande Fratello che, ai dirigenti, per adesso provoca più dolori che gioie.
Ecco, viriamo proprio su chi detiene il potere nelle stanze di Trigoria. Con James Pallotta purtroppo a un oceano di distanza, i suoi referenti saranno i numerosissimi manager da cui lei sarà circondato. Certo, non avranno allenato l’Edilnord come Berlusconi, ma qualsiasi ruolo rivestano, ognuno di loro è convinto di predicare il vangelo del calcio. Solo per farle esempi protetti da anonimato, alcuni di loro sono convinti che Montella sia «semplicemente fortunato» e Conte «sopravvalutato». Come vede, si prepari a discutere anche nel tempo libero di moduli e diagonali, perché di «colleghi» vicino ne avrà parecchi. Ma in onore al suo cognome, chiudiamo con pieno ottimismo. Ieri i vertici della Roma hanno avuto un breve colloquio con Papa Francesco. Vuoi vedere che la benedizione pontificia avrà ammansito i lupi, consegnandoli a lei mondati da tutti i peccati?