(M.Cecchini) – Gilbert Keith Chesterton, da scrittore che amava i colpi di scena, recitava con saggezza: «Gli angeli possono volare perché non si prendono troppo sul serio». Ecco, forse la Roma non riesce a volare perché a Trigoria tutti si prendono troppo sul serio. A farli ritornare violentemente sulla terra, però, ci ha pensato l’ambiente.L’etere romano ieri ha fatto a pezzi la società, a cominciare dal presidente Pallotta e dallo stuolo degli ospiti della Raptor che aveva invitato per la finale di Coppa, la cui partecipazione emotiva alla sconfitta — è stato notato con livore da tanti — alla fine è apparsa nulla.
SABATINI & ANDREAZZOLI Due concetti però vanno sottolineati. Sul piano del marketing la Roma fino alla questione del nuovo odiatissimo logo — un autogol d’immagine su cui pare abbia intenzione di correre ai ripari — ha lavorato tanto e bene, anche se l’accenno ieri al nuovo stadio («Continuiamo a lavorare») ha fatto più rabbia che altro. Gli oltre 100 milioni spesi per la parte sportiva, invece, hanno prodotto due flop su cui, a onor del vero, Baldini si è assunto tutte le responsabilità. Detto che in caso di arrivo di Allegri il d.g. è pronto a transare e a dimettersi, c’è da dire che la sua posizione ha perso quota, a vantaggio di Pannes e Zanzi e di Sabatini. Adesso che a Trigoria si sono rotti gli argini, alcuni raccontano come il d.s. negli ultimi mesi abbia ricoperto il ruolo di allenatore ombra, condizionando le scelte di Andreazzoli.
Insomma, siamo al tutti contro tutti, tanto più che l’allenatore è in caduta libera nel gradimento dopo quelle frasi su Osvaldo. I giocatori sono arrabbiati perché ha «tradito» cose di spogliatoio e il club, dopo avergli comunicato che non lo farà direttore tecnico, fa sapere che se andasse altrove non si opporrebbe, nonostante i tre anni di contratto. Ma i problemi non sono terminati. Sono tanti i calciatori che andrebbero via sia per giocare le coppe, sia per vivere più tranquilli. I «nazionali» non vedono l’ora di uscire dal Grande Raccordo Anulare, gli altri hanno voglia di vacanze. E allora torna a memoria una frase di Andreazzoli vecchia di poche settimane. «Con la pressione che c’è qui, se io fossi un giocatore ci penserei prima di accettare la Roma». Ecco, può essere forse che quel giorno sia arrivato.