(M.Cecchini) – In un mondo sempre più televisivo, il futuro della Roma sembra quasi un reality legato alla bellezza. Avete presente quelle trasmissioni in cui una adolescente alle prese con inestetismi dovuti alla crescita si mette nelle mani dell’«esperto»? Per lievitare magari basta poco. Occhiali in soffitta, denti rimessi in sesto, un paio di chili in meno in certe zone topiche e la crisalide che non riesce ad emergere diventa la più bella del reame. Ecco, l’impressione è che la squadra giallorossa, per tanti addetti ai lavori, sia la miss del prossimo futuro ed è per questo che alcuni degli allenatori più in vista — Walter Mazzarri e Massimiliano Allegri su tutti (ma non solo) — la guardano con ovvia concupiscenza.
ORGOGLIO ANDREAZZOLI Occhio, però, che al momento sulla panchina c’è un tecnico, Aurelio Andreazzoli, che alle soglie dei 60 anni scopre un comprensibile orgoglio destinato a rimetterlo in corsa per l’avvenire. Non a caso il presidente James Pallotta, uomo di sport di cultura statunitense e perciò esperto di statistiche, vede nel suo attuale allenatore un personaggio in grado di coniugare ottimi numeri (media di due punti a partita, senza contare che se oggi la Roma battesse il Chievo supererebbe persino la striscia iniziale di Fabio Capello) con un ingaggio assai contenuto, cosa che di questi tempi non è secondaria. «Tutti gli allenatori sono legati ai risultati — spiega lo stesso Andreazzoli, perorando tra l’altro l’introduzione del time out per migliorare le prestazioni — forse a volte anche troppo perché sarebbe opportuno fare valutazioni a tutto tondo. Ma in ambito sportivo il risultato è predominante. Io mi preoccupo solo di fare meglio e dare quella continuità che la squadra ha dimostrato di non avere. Abbiamo fatto miglioramenti impressionanti sotto tantissimi aspetti, basta esaminare i numeri. Poi ci sono i comportamenti. E io ho un gruppo di persone che lavora bene insieme e si rispetta. È opportuno però fare i conti a fine campionato, queste sono solo classifiche parziali. Credo comunque che alla nostra media manchi qualcosa, perché sul campo penso avremmo meritato di più». Con queste premesse, non sorprende che lanci la sfida alla corazzata Juventus. «C’è differenza, ma non credo sia così marcata come dice la classifica. Se si fa una proiezione dei nostri numeri le possibilità di competere coi bianconeri che stravincono da due anni sono concrete. Ma di strada ce ne è ancora da fare».
MAZZARRI & ALLEGRI Per compiere l’ultimo tratto, però, alcuni dei dirigenti pensano che sia meglio cambiare timoniere, a costo di rischiare un investimento da non meno di 2,5 milioni a stagione. In questo senso negli ultimi giorni Mazzarri sta guadagnando quota perché, oltre ad avere il vantaggio del contratto in scadenza, a Trigoria ora c’è chi pensa come la linea buonista nel calcio italiano non paghi e sia meglio un allenatore che alzi la voce, mettendo a volte il fair play in soffitta. Detto che qualche voce parla anche di colloqui fra dirigenti giallorossi e Mazzarri, Allegri comunque resta una idea (Sabatini ieri era a Milano), anche se il Berlusconi di nuovo «innamorato» potrebbe incollarlo alla panchina del Milan.
VOCI MONTELLA Restando ai sussurri legati alle esternazioni di ieri di Montella, c’è chi afferma come la Roma sia pronta a tornare a Canossa con Montella, bocciato improvvidamente lo scorso anno. Impressioni? Ipotesi difficile, anche perché in caso di addio ai viola il Milan potrebbe bussare forte. Ma il calcio è strano e di sicuro l’Aeroplanino è legato a Roma e anche ad Andreazzoli. Che di sicuro, vada come vada, resterà a Trigoria.D’altronde, se la Roma diventerà davvero la più bella del reame, il merito sarà anche suo.