(R. Palumbo) – L’ultima partita di Mazzarri sulla panchina del Napoli non è granché, va meglio a Cavani (ultima pure la sua?)che, dopo essersi visto negare un rigore sullo 0-0, mette il sigillo numero 29 alla fantastica prima stagione di cannoniere del campionato italiano. Un gol — il numero 1000 del campionato 2012-13 — nel finale che rende meno amara la sconfitta con la Roma, propiziata dalle reti di Marquinho e Destro, a segno nel primo quarto d’ora della ripresa d’una partita molto amichevole. Un successo con cui la Roma, largamente contestata nei singoli e nel collettivo, riesce alla fine a fare effimera pace coi suoi tifosi per via del sorpasso nei confronti della Lazio sconfitta a Cagliari. Leadership cittadina riconquistata dopo due anni in una guerra di poveri, un 6° e un 7° posto che non valgono l’Europa (League), da conquistare domenica prossima nel derby che vale la finale di Coppa Italia. Quanto alla solita curva, insulti ma anche tanti «buuuu» razzisti di nuovo all’indirizzo di Balotelli: chissà che la chiusura di un settore dello stadio, nuovo corso disciplinare della prossima stagione, non cominci proprio da lì.
SPENSIERATI Match quasi balneare, che non impedisce a Pandev, sostituito da El Kaddouri, di farsi male dopo appena quattro minuti, ma l’entrata di Burdisso sembra involontaria, e a Cavani di reclamare un rigore che ci sta, causa spintone di Torosidis al momento del tiro. Squadre lunghe e distratte, sia davanti che dietro: così si spiegano i gol mangiati da Cavani e poi da Destro, che riesce a cogliere prima il palo e poi Cannavaro sul doppio tap in dopo la respinta di Rosati sul tiro a giro di Marquinho. Più Napoli nel primo tempo, tanta Roma all’inizio della ripresa, con l’eurogol di Marquinho, migliore in campo, e la replica sottomisura di Destro, complici Rolando e in parte il portiere Rosati. Finale veemente del Napoli che Mazzarri reinventa a trazione anteriore, ma il premio va solo al Cavani tuttofare.
INCAZZATI I tifosi della Roma, che fischiano Andreazzoli, Osvaldo (in panchina) e Tachtsidis (in campo) e agli altri riservano un silenzio di ghiaccio. La prima partita senza Totti (squalificato) dall’inizio alla fine (due volte era partito dalla panchina) è una piccola resa dei conti tra un pubblico deluso e una compagnia di giro che troppe volte ha dato l’impressione di non dare l’anima. La vittoria e il sorpasso sulla Lazio profumano dunque più di armistizio che di autentica pace. «26-5-2013 vincete o scappate», lo striscione eccezionalmente esposto in curva (nord) per l’intera durata del match dice tutto. Tra sette giorni sapremo.