(A.Pugliese) Derby di coppa, allenatore, club, stadio ed aspettative.L’agenda di Pallotta da qui all’inizio della prossima settimana è fitta, compresa la visita di domani al Quirinale, dove conoscerà il presidente della Repubblica Napolitano. Prima, però, proverà a sbloccare definitivamente alcune situazioni, a cominciare proprio da quella relativa ad Allegri.
TRA RIVERS E MAX Nella cena di mercoledì con Baldini e Sabatini, Pallotta ha dato l’assenso ad aumentare la parte variabile (bonus) del contratto di Allegri (c’è stata anche una telefonata per convincerlo), portando così l’offerta a pareggiare quasi l’ingaggio (2,8 milioni di euro) percepito al Milan. La Roma è convinta di avere in mano il sì e aspetta solo che Allegri risolva la sua situazione. «Il nuovo allenatore? Conoscete Doc Rivers (il coach dei Boston Celtics, di cui Pallotta è tra i proprietari, ndr)? Arriverà lui — ci scherza su Pallotta —. Con Allegri non ho parlato, è tutto nelle mani di Sabatini e Baldini». La situazione si può sbloccare la prossima settimana, magari subito dopo la coppa Italia.
DERBY E LAMELA Già, la Coppa Italia (forze dell’ordine preoccupate per la vendita libera e la possibile mescolanza tra tifosi), la ciambella di salvataggio giallorossa. «Andiamo a vincere», ha detto in mattinata il presidente. Che poi ha aggiunto: «Vogliamo un grande futuro e si può partire da questa coppa. L’attesa è elettrizzante. Non vedo l’ora di vedere questo spettacolo». Tra gli uomini chiave ci sarà Lamela, a cui oggi dovrebbe arrivare la prima convocazione con la nazionale maggiore argentina. Il giocatore è in preallarme, non dovesse arrivare sarebbe un brutto colpo.
CHAMPIONS,TOTTI E TOP-STADIO Pallotta, però, deve anche risolvere alcune situazioni societario, a cominciare dal futuro di Baldini. «Per quanto mi riguarda rimarrà. Devo ancora parlarci, ma Franco mi piace». E poi il contratto di Totti, in scadenza nel 2014. «Ne abbiamo già cominciato a parlare, torneremo a farlo a fine stagione. Absolutely». Infine, la voglia dei tifosi di tornare a gioire, dopo due anni di delusioni. «Ma per me è il primo da presidente — chiarisce il tycoon Usa — Il problema non è quanto investire nel mercato, ma avere un consistent team, in grado di combattere con i top-club. Abbiamo valorizzato molti giovani, sbagliando probabilmente la scelta degli allenatori. Ma io odio perdere e non stare in Champions League, dove penso dovremmo essere e dove mi aspetto di entrare già dal prossimo anno». Infine, lo stadio di Tor di Valle, che dovrebbe cambiare il futuro della Roma. «In due mesi sveleremo tutto, a partire dal design. Sarete tutti sorpresi, una delle migliori esperienze in Europa, se non la migliore. E non mi riferisco solo al campo, ma a tutto ciò che ci può girare intorno. Sarà uno stadio vincente».