(C.Zucchelli) – «Finalmente». Si è lasciato sfuggire soltanto questa parola coi suoi amici più stretti, Erik Lamela.
Troppo impegnato a pensare al derby e all’eventuale conquista del suo primo trofeo per godersi fino in fondo laconvocazione con l’Argentinaper le due partite di qualificazione al Mondiale contro Colombia e Ecuador. Per lui sarà una sorta di debutto bis, visto che con l’Argentina ha giocato solo una volta, esattamente due anni fa (25 maggio 2011) in un’amichevole di preparazione alla Coppa America contro il Paraguay. Un’esperienza «unica» disse il diciannovenne Lamela, consapevole che però la sua convocazione era dovuta all’assenza di tutti i big. Stavolta è diverso: Erik è stato chiamato per scelta e non per necessità. E a Trigoria, dove lo descrivono come «esausto» per i 2751 minuti giocati quest’anno, sperano che la convocazione gli dia la spinta decisiva per l’ultimo sforzo, quello più importante.
Bomber 15 reti stagionali di cui una proprio alla Lazio, Lamela si è trasformato da rifinitore in attaccante. Merito di Zeman e dei suoi continui rimproveri, dell’eccellente preparazione fisica del boemo e di una maturità, anche nella vita privata, che lo ha portato a curarsi poco delle critiche e delle voci e tanto invece del lavoro sul campo. Come BocaRiver Se si chiede a Lamela cosa sia il derby la risposta è una: «BocaRiver ». Tanto che 3 settimane fa, quando le due squadre si sono affrontate per l’ultima volta, lui su Twitter scriveva: «Sto andando a comprare la carne per fare l’asado e vedere la partita». Tifoso del River, dove sogna di tornare a fine carriera, Lamela due anni e mezzo fa, con un corner perfetto per Maidana, fu decisivo per la vittoria della sua squadra. Ancora poco conosciuto, venne celebrato così dai giornali: «Se il River ha vinto lo deve a lui, ragazzino dai piedi magici ».
Gol e gelato Intanto, per allentare un po’ la tensione, ieri Lamela e compagni si sono sfidati a una gara di tiri in porta dove in palio c’era il gelato. A perdere, e quindi ad offrirlo a tutti in ritiro, sono stati i giocatori della squadra rossa tra cui lo stesso Erik, Perrotta, Totti, Florenzi e Destro. Tra i «gialli», quelli che hanno vinto, sembra che il più in forma fosse Osvaldo, capace di segnare da tutte le posizioni. La Roma si augura che, dopo Trigoria, possa ripetersi domani all’Olimpico.