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GAZZETTA DELLO SPORT Un gol di De Rossi. Se non ora quando?

De Rossi

(M.Calabresi) – Non è rassegnazione, ma un piegarsi agli eventi, alla faccia della scaramanzia. Da qualche partita, Daniele De Rossi gioca di nuovo con la maglia a mezze maniche. Entrambe mezze maniche, dopo che per una vita era sceso in campo con il braccio sinistro «coperto», non quello del tocco incriminato che ha fatto infuriare la Fiorentina. Pare che durante una partita di Champions gli fu strappata la manica destra, lui giocò alla grande e l’episodio di una sera divenne un rito. Ma quando per una stagione cerchi il gol e non lo trovi, e troppo spesso il rendimento è sotto la sufficienza (media voto Gazzetta 5,54), attaccarsi a queste cose diventa inutile. E De Rossi se n’è reso conto.

CONTO IN SOSPESO  Stasera c’è l’avversario giusto per cancellare quello zero: il Chievo, il suo bersaglio preferito. In realtà sarebbe l’Inter, a cui De Rossi ha segnato già sei volte, ma ci sono di mezzo la Coppa Italia e la Supercoppa, e lo stesso vale per il Catania, colpito in quattro occasioni. Come il Chievo, ma in questo caso si conta solo il campionato: doppietta nell’aprile 2006 in un 4-4 allo stadio Bentegodi, un gol dopo neanche un minuto nel gennaio 2010 (unico allo stadio Olimpico), e uno lo stesso anno nella gara di ritorno, dove 20 mila tifosi giallorossi non bastarono per trascinare la Roma di Claudio Ranieri allo scudetto.Parte di quelli, sabato erano anche a Firenze, a godersi l’esultanza di Osvaldo, ma anche quella di De Rossi, uno che quando c’è da festeggiare finisce sempre con i pugni levati al cielo e la vena di fuori. 

ESTATE CALDA Con la maglia della Roma, una scena così per un suo gol De Rossi non la vive da oltre un anno. Non fa testo quello a Cesena nell’ultima giornata dello scorso campionato (ultimo in ordine di tempo), lì c’era poco da esultare: bisogna tornare alla sfida di Catania del 14 gennaio, poi sospesa per pioggia, quando De Rossi si tolse pure la maglia. Ne fece vedere una, di maglia, anche Francesco Totti nell’ultimo Roma-Chievo, sei giorni prima: finì 2-0, con due gol dal dischetto del capitano. C’era scritto «scusate il ritardo», perché Totti in campionato non aveva ancora segnato. Quel giorno De Rossi, sostituito, ricevette una standing ovation, che nel periodo del rinnovo del contratto fece il suo bell’effetto quando si trattò di mettere la firma. Tra qualche settimana, le voci (e non solo quelle) su una possibile cessione di De Rossi torneranno d’attualità: aspettando l’estate e le riflessioni che ne deriveranno, è la serata ideale per scusarsi del ritardo, proprio come fece il suo capitano.

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