(U.Trani) – IL FUTURO – E’ ancora giallo, come la settimana scorsa, sul destino di Allegri. Ed è sempre Berlusconi ad accelerare le pratiche per il divorzio del livornese dal Milan e di conseguenza per il suo trasferimento alla Roma. Non può essere ancora ufficiale l’esonero del tecnico rossonero, anche perché sul sito del club di Turati viene smentita l’ultima raffica dell’ex premier. Ma il testo della (sua?) nota inviata e letta in diretta tv al Processo di Biscardi è inequivocabile: scontata la separazione dall’attuale allenatore.
IL VIA AL RIBALTONE – In quelle poche righe il presidente rossonero scarica Allegri, si prende i meriti del terzo posto e mette per la prima volta in discussione Galliani che è da sempre il suo dirigente di riferimento. «Dopo il disastroso girone d’andata, prima della partita Napoli-Milan, ho convocato i dirigenti e l’allenatore del mio Milan ed ho detto, con estrema chiarezza, che bisognava assolutamente capovolgere la situazione e riassettare il Milan come società e come squadra e siccome credo di aver accumulato una molta esperienza in materia, ho specificato come avrei voluto che il Milan si schierasse in campo, diversamente da come aveva fatto fino a quel momento. I risultati di questa metamorfosi, modestia a parte, si sono visti da quella partita, ripeto, Napoli-Milan. La nostra squadra è passata dalla zona retrocessione, in cui era caduta, al terzo posto conquistato ieri sul filo di lana. Ho predisposto già da domani un riassetto completo dei quadri tecnici e anche, se ci fosse bisogno, di più efficiente e completa riorganizzazione societaria». In un quarto d’ora il sito del club rossonero cancella la nota: «Il Presidente Onorario Silvio Berlusconi comunica di non aver rilasciato, nella giornata odierna, nessun tipo di dichiarazione o di aver scritto alcuna lettera avente per oggetto il Milan».
MAX FURIOSO – Galliani chiama Allegri appena la nota è di dominio pubblico: per tranquillizzarlo. Il livornese è furibondo. Si sente fuori dal progetto Milan ma non vuole darla vinta al presidente rossonero. Per ora non si dimette. Ma difficilmente potrà resistere. «Non so se resterò». Era stato sincero, con i suoi giocatori, domenica sera nello spogliatoio del Franchi. La squadra è per la conferma. E, a terzo posto raggiunto, gli ha rivolto un applauso spontaneo e affettuoso proprio dopo la gara di Siena. Il gruppo è con lui. Come Galliani. Che, prima del giallo di ieri sera, gli aveva dato appuntamento a domani. Già oggi, al Pirellone, parteciperanno insieme all’evento per celebrare i 50 anni della prima Champions vinta dal Milan (il presidente rossonero, invece, non ci sarà): «Capirò quello che vuol fare Allegri e con Berlusconi decideremo. La società troverà una posizione univoca: io sono con il presidente dal primo novembre del settantanove, abbiamo un rapporto buonissimo da trentatré anni e mezzo». Allegri, prima di spostarsi a Livorno, ha tenuto una lezione a Coverciano. Alla Roma disse no un anno fa, rispondendo alla telefonata di Massara, braccio destro di Sabatini. Ma ha poi dato la sua disponibilità al ds giallorosso già da ottobre. Sa che con Berlusconi è difficile ricucire. Ieri per il presidente consueta riunione di famiglia ad Arcore. Senza cambiare idea: via Allegri e al suo posto Seedorf. Galliani, però, studia una formula per confermare il livornese: rinnovo in caso di promozione, in estate, alla fase a gironi di Champions. Ma Allegri vuole soprattutto quattro rinforzi di qualità.
ATTESA A TRIGORIA – La Roma può solo aspettare: i due candidati ancora non sanno che cosa rispondere ai dirigenti giallorossi. Mazzarri tratta con l’Inter e Allegri, sotto contratto con il Milan, deve essere liberato. Il livornese ha più chance di arrivare a Trigoria. Dove Sabatini si cautela: contattato Simeone.