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IL MESSAGGERO Il tifo degli attori: “Il derby resti una festa”

Massimo Ghini

(M. Lombardi) – Ogni volta che il romanista Massimo Ghini chiama il laziale Pino Insegno la Roma vince. Magari è successo solo una volta o due, ma a un tifoso basta e avanza per farne motivo di scaramanzia. Così oggi sarà anche una sfida tra cellulari oltre che tra giocatori, il romanista proverà a chiamare sapendo di non avere speranze e il laziale non risponderà nemmeno sotto minaccia. «Ma stavolta ci hanno chiamati tutti e due e chissà quale sarà il risultato». Ghini e Insegno guarderanno la partita insieme, allo stadio, per commentarla in diretta tv. «Comunque vada alla fine ci abbracceremo», e il senso è proprio questo: un abbraccio tra colleghi rivali – uno contento e l’altro no ma non importa – per far capire ai tifosi che d’accordo è un derby storico ma alla fine «deve essere una festa», qualunque sia il vincitore. E soprattutto per la città Roma è una «straordinaria occasione di riscatto dopo tante brutte figure».

IL RISCATTO – Il giallorosso Ghini aveva già il biglietto per lo stadio ma poi ha accettato l’invito di Rai1. «Il nostro tentativo sarà quello di smorzare i toni, di trasmettere tranquillità. Non abbiamo nessuna capacità taumaturgica ovvio ma speriamo almeno di alleggerire gli animi e ricondurre il tutto nei limiti che ha. È solo una partita, importante quanto vuoi, ma non bisogna caricarla di significati eccessivi. Non ci giochiamo la vita». Il momento è quello che è, poche soddisfazioni im campo. «Veniamo da un campionato difficile, la squadra è in fase di ricostruzione. Incrociamo le dita. La partita è la chiave per entrare in Europa, un derby secco, va al cuore. Un duello. Ma lasciamo che sia una sfida sportiva, non voglio essere in ansia per quello che succede intorno».

NIENTE VIOLENZA – Il laziale Insegno avrebbe voluto essere ovunque tranne che in campo. «Avrei preferito addormentarmi subito – scherza – per svegliarmi lunedì e scoprire solo allora il risultato. Tutti abbiamo desiderato questo incontro e adesso ne abbiamo paura. Qualcuno dovrà vincere per forza, non c’è possibilità di replica ed è difficile che un’occasione così si ripeta. Ma è tensione sportiva e tale deve restare e speriamo che non sia strumentalizzata dai pochi infiltrati che provano a guastare la festa e macchiare il calcio. È un’occasione unica per far vedere che questa città è straordinaria e ha due tifoserie straordinarie, le più belle del mondo. Mostriamolo a tutti, allora: per colpa di pochi non possono rimetterci migliaia e migliaia di tifosi corretti e rispettosi».

NO AL RAZZISMO – Ghini non vorrebbe più sentire parlare di violenza negli stadi e nemmeno di tifo razzista. «Non siamo tifosi razzisti e dispiace ricevere simile accuse per via di qualche infiltrato imbecille. Mi auguro che tutti quelli che andranno a vedere la partita tornino a casa senza paura, contenti o scontenti del risultato in campo». Allo stadio dopo che alle urne. «Anche se l’attenzione dei romani è più per il derby che per le elezioni, bisogna andare a votare. Io la mattina andrò a votare e poi allo stadio», raccomanda Insegno. «E’ bene che lo facciano tutti».

Lino Banfi tornerà da Bari per tifare Roma davanti alla tv di casa. «Raccomando a tutti fair-play. Parola di ”cispadeno”. Chi non è romano ha di più fair-play di chi è nato a Roma. Sono giallorosso da sempre ma comunque vada la coppa rimane a Roma».

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