(U. Trani) – La Roma rimane settima e, come un anno fa, è fuori dall’Europa che può ritrovare solo vincendo il derby del 26 maggio nella finale di Coppa Italia. L’Udinese quinta è irraggiungibile, con 4 punti di vantaggio a una giornata dal traguardo. Il pari di San Siro non serve a niente: 0 a 0, nonostante la superiorità numerica per più di un tempo, in cui sono mancati ritmo e personalità. Anche il Milan fa poco e ancora non ha la certezza di giocare i preliminari di Champions. Brutto il match, peggio il contorno. La partita è stata sospesa all’inizio della ripresa per i buu razzisti dei tifosi giallorossi a Boateng e Balotelli: Rocchi, costretto a chiedere l’intervento dello speaker dello stadio per tre volte, ha poi ripreso il gioco dopo un’interruzione di un minuto e mezzo. Una figuraccia in diretta tv che infastidisce il presidente Pallotta, intenzionato a esportare nel mondo il marchio del club.
IL RITORNO AL 4-2-3-1
Andreazzoli ci ripensa e riparte dal 4-2-3-1, ricordando l’errore fatale di martedì sera nella gara contro il Chievo, in cui il ritorno al 3-4-1-2 è coinciso con la sua prima sconfitta casalinga. Ormai, però, è tardi. Il sistema di gioco riproposto contro il Milan aveva portato i due successi di fila contro il Siena e loa Fiorentina, anche se nel secondo incontro, a Franchi, la Roma durante la ripresa si difese con cinque uomini. In più il tecnico giallorosso non ripropone il doppio centravanti, con Osvaldo titolare e Destro in panchina. Bocciato Pjanic da regista e utilizzato solo a metà del secondo tempo. Al suo posto Perrotta accanto a Bradley, il più lucido, in campo per De Rossi che è rimasto a casa. Conferma a sinistra per Dodò, ma in questo caso da terzino. Il fluidicante mancino non chiude come dovrebbe e scopre il lato dove spesso si allarga Perrotta per frenare Boateng o De Sciglio che avanza in libertà sulla fascia destra. Lì gioca Marquinho, al rientro, mentre a destra c’è Lamela, svagato nella notte in cui i dirigenti del City sono qui a seguirlo, con Totti trequartista. Allegririsponde con il solito 4-3-3 e con Ambrosini a far gioco. Davanti, alla sinistra di Balotelli, parte con El Shaarawy, subito il più vivace dei rossoneri. Più spigliata, nella prima parte, la Roma. Il Milan va a strappi, con troppa frenesia e tanta approssimazione. Marquinho ha un paio di chance, la prima con tiro da fuori deviato in angolo da Abbiati e l’altra su imbucata di Lamela che gli permette il tocco ravvicinato sventato dall’uscita a terra del portiere rossonero. In mezzo un tiro fuori di Totti che dalla distanza, con una conclusione potente a mezz’altezza, trova i guantoni di Abbiati che vola per respingere lateralmente. Lobont, a parte un intervento su tocco ravvicinato di Boateng, fa solo una parata vera su punzione di Balotelli a fine tempo.
SUPERMARIO REPLICA AI CORI
Alla mezz’ora il centravanti rossonero si porta il dito indice della mano destra davanti alla bocca. Chiede il silenzio a chi sta accompagna ogni sua azione con versi e ululati. Sempre con il dito indica il settore, allargando il braccio, dove sono i tifosi della Roma. Sette minuti dopo l’arbitro Rocchi avverte il quarto uomo Maggiani che chiede ai dirigenti del Milan a bordo campo di far intervenire lo speaker di San Siro con un appello in cui si ricorda agli spettatori che se continueranno certi cori o comunque ogni forma di discriminazione razziale la partita sarà sospesa. Prima dell’intervallo l’annuncio viene ripetuto. SuperMario si innervosisce, entrando male su Marquinho. Ammonito. Muntari protesta, giallo anche per lui che però esagera, anche lui accompagnato da quei buu quando aveva il pallone tra i piedi, e riceve il rosso, lasciando i compagni in dieci al quarantunesimo. Allegri arretra Boateng al posto del ghanese: 4-3-2.
LO STOP A INIZIO RIPRESA
Dopo 2 minuti e 5 secondi, Rocchi chiama le squadre a centrocampo. E ferma per un minuto e mezzo la gara perché continuano i cori, dal terzo anello della curva nord, per Balotelli e Boateng. Terzo appello dello speaker per rammentare il divieto. L arbitro decide di andare avanti. Balotelli impegna ancora Lobont su punizione e Marquinho ha una nuova occasione, sprecata per sciatteria, su invenzione di Totti. Un raggio lasera in faccia al portiere giallorosso. Lo speaker dello stadio fa sentire ancora la sua voce. La Roma è lenta e poco concreta. Andreazzoli ritarda a intervenire: al venticinquesimo dentro Pjanic per Perrotta. Allegri replica con Robinho per El Shaarawy, calato nel secondo tempo. Spazio anche a Florenzi per Marquinho, a Nocerino per Boateng, a Pazzini per Flamini e a Destro per Osvaldo. Costant atterra Lamela in area: è rigore, ma Rocchi fa continuare. Ad inizio recupero espulso Totti, ammonito in precedenza per un fallo su Abbiati, per una gomitata a Mexes. I giallorossi, 69 reti in questo torneo (comprese le tre a tavolino contro il Cagliari), per la seconda gara di fila restano a digiuno. Ormai pensano solo alla Lazio.