(S.Carina) – L’augurio di De Rossi è quello di una città intera: «Sono sicuro che sarà una bella festa. È successo qualche volta qualcosa di spiacevole nei derby ma anche in altre partite e non solo a Roma.
La preoccupazione c’è sempre quando viene giocata una gara importante ma sono fiducioso perché tanta gente vuole venire e sperare di vincere e festeggiare lasciando tutte le armi e i coltelli a casa. Noi per primi vogliamo vincere ma sentiamo il peso di non esasperare dal campo ulteriormente gli animi».
Un’assunzione di responsabilità arrivata dopo la visita al Quirinale. Due delegazioni, una della Roma (Pallotta, De Rossi e Fenucci) e l’altra della Lazio (Lotito, Saha e l’allenatore della Primavera, Bollini) hanno reso omaggio al Presidente della Repubblica Napolitano che non sarà presente domani all’Olimpico, sostituito dal Presidente del Senato Grasso. Un’occasione nella quale il Capo dello Stato ha invitato le due squadre a mettere da parte le «becere faziosità». Un monito forte che si è poi accompagnato ad un messaggio a tutto il Paese: «Se riusciamo ad avere una competizione che non diventi contrapposizione cieca, l’Italia avrà fatto un grande passo in avanti. Il razzismo è segno del degrado del costume civile. Non riesco nemmeno ad attribuire una valenza ideologica ai cori razzisti perché se c’è lume di intelligenza non si può fare del razzismo, nell’Italia di oggi, nell’Europa di oggi. La faziosità becera va spazzata dagli stadi come dalla politica. Bisogna essere rivali in campo senza essere faziosi. Mi auguro dunque che sia una giornata di serenità e di passione sportiva».
Parole recepite e condivise dal presidente del Coni, Malagò (presente anche il presidente della Lega, Beretta): «L’auspicio è che ci siano dialogo, condivisione e rispetto».