(S. Carina) – Ritorno al passato. Troppi i ricordi per ritenere Fiorentina-Roma un semplice snodo per l’Europa. Un esempio? Sommando gli anni che hanno trascorso a Trigoria i vari Pradè (11), Montella (11), Aquilani (9) Pizarro (6), Lupatelli (4) – senza contare la fugace parentesi di Toni e le esperienze del medico sociale Pengue, del collaboratore tecnico Desideri, del vice allenatore Russo e le 11 stagioni che dalla prossima estate si porterà in dote la nuova responsabile della comunicazione Elena Turra – ci si rende presto conto che tolti Totti e De Rossi sono più di quelli che può vantare l’intera rosa giallorossa attuale[…]
MALINTESI
Dopo la prima bocciatura dovuta alla volontà di «dare un segno di discontinuità col passato» e la parentesi di Catania, l’idea di riprendersi la Roma lo intrigava. Sembrava tutto fatto ma l’incontro con Baldini non produsse la naturale fumata bianca. «Incomprensioni» trapelò all’epoca. In realtà dall’offerta economica (minore di gran lunga rispetto a quella garantita a Luis Enrique) alla richiesta di portare con sé un gran numero di collaboratori e avere carta bianca sul proprio lavoro (quello che la famiglia Della Valle gli ha concesso a Firenze) Montella e la Roma non trovarono l’accordo.
L’INCROCIO
Non solo Montella. Se anche nella Roma si trovano trascorsi viola – Andreazzoli, Osvaldo, Balzaretti e Lobont – certamente la storia di Aquilani merita un capitolo a parte. Alberto, uno del vivaio, quello che con De Rossi doveva raccogliere l’eredità di Totti, nel 2009 fu invece sacrificato in nome del bilancio (20 milioni dal Liverpool). A Firenze è tornato a sorridere: già 7 gol, record personale. Difficile dimenticare anche Pizarro. Carattere particolare ma piedi sublimi. Al cileno è legato il ricordo della Roma spallettiana, giocattolo quasi perfetto al quale mancò solamente lo scudetto. Quello che ha sfiorato anche Toni in appena 5 mesi e che invece ha vinto Pradè, vincendo anche 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe.