(G. Caccamo) – Prove tecniche per il futuro giallorosso quelle che ieri sera Aurelio Andreazzoli mette in scena, prove che serviranno a lui o a chi lo sostituirà sulla panchina per la prossima stagione (Allegri?) a sciogliere uno di nodi più intricati tra quelli che riguardano la rosa romanista per l’anno prossimo. Il giovanissimo Destro e l’estroso Osvaldo, amici-nemici, centravanti che mezza Italia vorrebbero, si misurano sul campo per provare una coesistenza affascinante nelle premesse ma difficile nella realizzazione.
Differenze tecniche tra i due sappiamo benissimo che esistono, conosciamo pregi e difetti dei due atleti, la scommessa è stasera e sarà in queste ultime partite di provare a far coesistere due ottimi giocatori nell’interesse della Roma. Inizio più farraginoso per Mattia, che sulla destra alterna buoni spunti in velocità a ingenuità forse dovute alla sua condizione probabilmente ancora imperfetta. Osvaldo si muove al centro dell’attacco con ottimi movimenti cercando e proponendo a Destro palloni per i suoi inserimenti. Non brilla il centrocampo romanista, avaro in quanto a precisione ed inventiva fornendo pochi palloni giocabili ai propri avanti.
L’assalto al fortino del Chievo si protrae per tutto il secondo tempo, con la Roma che alterna sprazzi di lucidità a momenti di assoluta mancanza di idee; in questo contesto, e con un centrocampo poco propositivo, anche la prova dei due centravanti si impoverisce di qualità e invece di poterli valutare con serenità, i riflettori si puntano sulla prestazione nuovamente non all’altezza di tutta la squadra, imballata certo anche per alcune scelte di formazione non proprio appropriate. Ancora un black out e dopo la prova di Firenze, il nuovo stop, l’ennesimo contro una delle squadre di centroclassifica, l’ennesima doccia fredda per i tifosi romanisti.