(D. Galli) – Sì o no, ma a patto di saperlo entro un paio di settimane dalla finale di Coppa Italia. È il tempo che la Roma avrebbe concesso a Walter Mazzarri, che ieri ha detto addio al Napoli, per dare una risposta definitiva. Sul piatto c’è un’offerta importante, ma c’è soprattutto la possibilità di una sfida esaltante, un’esperienza nuova in un ambiente che ha fame di vincere. Il secondo nome buono, secondo non per importanza ma per le probabilità che arrivi, è Massimiliano Allegri. Stop. Al momento non ci sono terze piste.
Premessa. La Roma ha deciso di puntare su un allenatore italiano dotato di grande esperienza. Questo identikit ha automaticamente (per adesso) tagliato fuori altre soluzioni, come quella di un tecnico giovane e rampante come Eusebio Di Francesco, che alla Roma ci sarebbe venuto e ci verrebbe anche a piedi. E di corsa. «Il mio futuro – ha spiegato Mazzarri all’Olimpico nel dopopartita – non sarà più a Napoli, ho concluso il mio ciclo. Ringrazio il presidente e Bigon (il ds, ndr) che hanno tentato di farmi cambiare idea. Ora valuterò le offerte che mi saranno fatte. Ma solo se avrò gli stimoli giusti. Altrimenti potrei restare fermo qualche mese». Poi l’ex tecnico azzurro ha detto una verità che sotto sotto è una piccola bugia: «Per rispetto del Napoli, non ho voluto incontrare altre società. Da oggi ragionerò sul mio futuro. È Bozzo (il suo agente, ndr) che tiene i contatti». Infatti è a Bozzo che la Roma si è rivolta.
A Castel Volturno potrebbe sbarcare Rafa Benitez, fresco vincitore dell’Europa League col Chelsea. Con la permanenza di Conte alla Juve, in Italia non ci sono altre grandi panchine libere. Ci sarebbe stata l’Inter, ma proprio ieri il ds Piero Ausilio ha confermato Stramaccioni: «Mi attengo solo ai fatti. I fatti dicono che l’Inter ha un allenatore con un contratto fino al 2015 e risponde al nome di Stramaccioni. Mazzarri? Quando sono voci, danno fastidio proprio perché sono tali e non vanno neanche commentate». È probabile che Mazzarri sia tentato anche da un’esperienza all’estero. Si dice, in Spagna. La Roma, che la sua proposta l’ha fatta, resta alla finestra. Allegri è invece sotto contratto fino al 2014 col Milan. Galliani sta cercando di trattenerlo. «Con lui – ha detto l’ad – non ho un rapporto quotidiano, di più… Allegri è sereno ed è il nostro allenatore». La (rocambolesca) qualificazione alla Champions potrebbe aver ricompattato l’ambiente rossonero. «Berlusconi – ha spiegato Allegri – mi ha dato fiducia, credo che sia contento del risultato ottenuto. Io ho un contratto, quindi bisogna che parli con la società».
Queste non sembrano le parole di un allenatore in procinto di andarsene. Però quando dagli studi di Sky hanno provato a forzargli la mano, a fargli dire che resterà, il tecnico se n’è andato via in dribbling. Questi sono gli scenari. Poi c’è la realtà. La Roma fa quadrato attorno ad Andreazzoli. C’è una finale che va ancora giocata e in ballo c’è qualcosa di più importante di una qualificazione in Europa League. In ogni caso, Andreazzoli un traguardo minimo l’ha raggiunto: la Roma è finita davanti alla Lazio. «Noi ce l’abbiamo un allenatore e si chiama Andreazzoli», ha commentato Baldiniprima della partita, «è la nostra scelta e fino a che la stagione non sarà finita, la difenderemo. Non era ancora neanche stato preso Andreazzoli che già si parlava del suo sostituto». Quanto alla possibilità che venga Mazzarri, il dg ha sottolineato: «È una ridda di voci incontrollate che non sta a noi commentare. Nel momento in cui decideremo anche noi di prendere qualcuno piuttosto che un altro, vedremo i tecnici che saranno disponibili».
Al momento, le possibilità di una permanenza di Andreazzoli sono remote. Però chissà. Un eventuale meraviglioso regalo il 26 maggio, sommato al sorpasso in campionato sulla Lazio, potrebbero cambiare le carte in tavola, qualora la trattativa con Mazzarri (e/o Allegri) non dovesse andare in porto. «Il nostro obiettivo era di tornare in Europa e se ci dovessimo tornare attraverso la Coppa Italia sarebbe comunque un obiettivo raggiunto e una stagione soddisfacente. Non un campionato soddisfacente, ma una stagione soddisfacente». Chiaro il messaggio, no?