(V.Meta) Bagno più di pioggia che di folla per James Pallotta, che dopo il Vaticano ha fatto un salto anche dalle parti di Palazzo Chigi. Soltanto di fronte, però, per presentare il nuovo logo al Romastore di piazza Colonna.
Dove non si è parlato solo di marketing, visto che la prima domanda per il presidente riguarda l’allenatore e lui risponde con una battuta: «Conoscete Doc Rivers? (coach dei Boston Celtics, ndr)». E quando gli fanno il nome di Allegri, finge stupore: «Chi? No, di questa questione ho lasciato che si occupassero Baldini e Sabatini». Un assist per indagare sul futuro del direttore generale, di cui si era ventilato un possibile addio a fine stagione: «Per quanto mi riguarda, lui resta, ma dobbiamo parlarne ancora la prossima settimana. A me piace Franco!». E il contratto di Totti? «Ne abbiamo parlato due mesi fa e torneremo a parlarne a fine stagione».
All’ingresso nel negozio, una voce isolata aveva espresso un certo disappunto per il nuovo logo, ma le critiche non preoccupano Pallotta: «Ogni volta che si cambia c’è sempre qualcuno che non è d’accordo. È successo anche a me quando sono diventato presidente, c’era chi mi amava e chi mi odiava ed è ancora così. Però sono certo che il nuovo logo piacerà a moltissime persone. Abbiamo passato molto tempo con i designers per creare il giusto marchio, che fosse globale e raccontasse al mondo la storia della Roma. Sfortunatamente molti tifosi nel mondo non sanno di cosa si parli quando dico “AsRoma”, addirittura dicono “AcRoma”, per questo abbiamo deciso di pulire e semplificare il logo, così tutti possono realizzare che si tratta del club Roma e che esiste dal 1927. Spero piaccia a molti e sono sicuro che sarà così».
Pallotta entusiasta anche quando si parla di stadio: «In un paio di mesi ci sarà l’annuncio del progetto e rimarrete piacevolmente sorpresi dal design del nuovo impianto, che sarà uno dei migliori in Europa, non solo per quanto riguarda il terreno di gioco ma anche per tuttio quello che ci sarà intorno. Vedrete, cambierà tutto». Intanto, però, c’è da finire la stagione con la finale di Coppa Italia, che potrebbe dare tutt’altro senso a quella che, precisa Pallotta, «è la mia prima annata da presidente, non la seconda, perché ad agosto festeggerò un anno». Il derby, appunto:«Sono venuto apposta per vederlo – sorride Pallotta – e non vedo l’ora di essere allo stadio. Sono molto eccitato».
Anche perché di motivi per stare allegri, guardando la classifica, non è che ce ne siano molti (a meno di guardare alla posizione subito sotto, ma questo è un altro discorso): «È chiaro che a me non piace perdere e mi dispiace che la squadra non sia riuscita a qualificarsi alla Champions League. Il nostro, però, è un progetto a lungo termine e sicuramente nei prossimi anni saremo in Champions, non c’è ragione per cui non debba essere così. Un bilancio della stagione? Abbiamo fatto molte cose buone, a cominciare dal lavoro di valorizzazione dei giocatori che hanno preso Sabatini e Baldini (che Pallotta chiama sempre “Walter and Franco”, ndr). Non abbiamo fatto il lavoro migliore per quanto riguarda la scelta iniziare dell’allenatore. Molto bene è andata sul fronte del marketing e del merchandising».
Al discorso commerciale si lega quello relativo agli investimenti per il prossimo anno: «Quanti soldi spenderemo? Dipende, vedremo anche quello che riusciremo a fare con il marketing. Sarebbe senza senso dire una cifra adesso, è chiaro che noi tutti vorremmo essere una squadra importante, un top team. Il problema è che per riuscirci dobbiamo competere con le squadre di tutto il mondo, non soltanto con quelle che abbiamo battuto».