(D. Galli) – Un muro. Giallorosso. Immaginate una sciarpata stile Roma-Bayern del “Che sarà sarà“, Coppa Coppe, così, giusto per restare ancorati alla Storia, per trovare uno dei momenti più intimi e profondi della nostra vita da romanisti. Immaginate uno stadio che sia diviso a metà tra Roma e Lazio, ma dove la Roma non siano solo gli undici in campo ma i trentamila sugli spalti.
Immaginate un muro. Giallorosso. A lanciare l’idea è stato il principe dei creativi in casa Roma, il direttore commerciale Christoph Winterling. «Il mio desiderio – aveva detto qualche giorno fa a Sky – è che un giorno i nostri tifosi creino un muro giallorosso con le maglie ufficiali come quello giallo del Borussia Dortmund». Se ne è parlato nelle radio, se ne è parlato parecchio, ci si è chiesti «perché no?».
Anzi, perché non farlo subito. Il 26 maggio, per esempio. Il sistema è semplice, quasi banale, eppure parecchio romanista. Via etere, quello romano, si sta chiedendo ai tifosi di indossare una maglia della Roma il giorno della finale di Coppa. Oppure porti allo stadio un qualcosa di romanista, una sciarpa o una bandiera. Per erigere un muro giallorosso. Per raccogliere l’invito di Winterling, magari per compiacerlo? Macché. Perché l’iniziativa è sacrosanta e profondamente romanista. Appunto. Nulla di studiato, nulla di combinato a tavolino, è una spontanea manifestazione d’amore quella rilanciata dalle radio. Non ci sono paternità e non ci sono preclusioni: chiunque è invitato ad amplificarne l’eco, i giornali, tutti, i siti internet legati alla Roma, tutti e le emittenti, tutte. Nel senso che le parole del manager tedesco, ex capo del marketing dell’Adidas, hanno fatto riflettere qualcuno e più di qualcuno. Non esistono inviti, vale il passaparola, chiunque ha il diritto e piacere di divulgare il Verbo.
L’iniziativa sta prendendo piede anche su Facebook, il social network perfetto quando si tratta di promuovere delle immagini come le locandine realizzate per l’occasione. Un’occasione speciale. Unica. Leggendaria. Trentamila maglie della Roma per far capire alla squadra quello che certamente già sa. Che questa è la madre di tutte le partite. Che se la vinci salvi tutto. Che la sciarpata di Roma-Bayern del “Che sarà sarà” fu sicuramente un momento memorabile. Ma che l’esito finale, stavolta, dovrà essere diverso dal “mai ’na gioia”.