(A. Serafini) – Allenare la Roma significa anche questo. E probabilmente Andreazzoli lo ha scoperto fino in fondo soltanto ieri sera. Sfogare sofferenza e tensione di una gara vissuta nella paura di andare sotto in ogni momento per poi concedersi quell’urlo rivolto ai quei 2500 tifosi impazziti di gioia. Era successo a Bruno Conti e a Claudio Ranieri nel recente passato, ora è toccato a lui. E nascondere la soddisfazione diventa difficile, così quello spiraglio di luce che ancora tiene aperta la corsa per l’ultimo posto in Champions League: «Credo ancora che sia un’utopia, però il terzo posto non è lontano: io lo dico da un po’, ma non mi credono in tanti. Stiamo dando continuità a quello che abbiamo fatto, proseguendo nel migliorare la nostra media punti (24 in 12 gare, 2 punti a partita) lottando contro una grande squadra. Dopo un primo tempo equilibrato abbiamo sofferto e ci siamo risistemati e credo che se la Fiorentina può recriminare qualcosa sul risultato, noi per come ci siamo comportati abbiamo meritato la vittoria.»
E poi il calcio è così, quindi faremo ricredere anche quelli che non ci reputavano seri. Sono stanco di ripetere le stesse cose, soprattutto spostando l’attenzione dal nostro lavoro sul campo. Gli attestati di stima di Baldini mi hanno fatto piacere, ma il futuro non mi interessa anche se le voci indebioliscono me e la squadra. Speriamo di raccogliere quello che meritiamo»