(A. Austini) – Forse ha ragione Sabatini. Forse solo uno «brutto e cattivo» come Mazzarri può dare un’anima a questa Roma da schiaffi. La convinzione del ds, che da qualche settimana preferisce il tecnico del Napoli ad Allegri, si sarà rafforzata ieri sera, assistendo all’ennesimo passo falso di una squadra incorregibile che ora vede di nuovo a serio rischio la qualificazione in Europa League.
Alla fine di una partita nevrotica e per lunghi tratti inguardabile il Chievo festeggia la salvezza e la Roma esce a testa bassa. In silenzio. E allora, oltre ad Andreazzoli, ci deve mettere la faccia Baldini, il primo artefice di un progetto ambizioso, forse troppo. Vincere giocando bene e senza speculare: la scelta di Mazzarri vorrebbe dire in qualche modo sconfessarlo. Il dg farà scegliere a Sabatini e intanto dà la sua definizione della Roma: «Siamo la squadra delle occasioni perse, ne abbiamo mancata un’altra grandissima. Dopo la partita i giocatori negli spogliatoi avevano tutti le mani nei capelli, nessuno aveva lo spirito giusto per parlare». Già, sarebbe stato troppo difficile spiegare l’inspiegabile. L’assenza di carattere, d’altronde, era stata sottolineata dallo stesso Baldini dopo il ko di Lecce dell’anno scorso. «Quella volta non c’era sembrato che la squadra avesse voglia di vincere la partita. Con il Chievo, invece, l’ha avuta. Anche se in maniera poco fluida, farraginosa, i giocatori hanno messo tutto in campo per cercare i 3 punti. Con loro tutti chiusi indietro dovevamo affidarci agli uno contro uno e abbiamo comunque creato 4-5 occasioni nitide. Complimenti al Chievo che ha vinto la partita tirando solo una volta in porta».
Zero punti in due partite con i veronesi, uno con il Bologna e con la Sampdoria, tre regalati al Palermo e due al Pescara: le «piccole» sono la condanna stagionale dei giallorossi. «ll campionato dice questo – analizza il dg – spero non sia un problema di motivazioni. Le cose quando sono stressanti spesso sono stimolanti, vedi Firenze. Oggi invece è emersa di più la parte stressante. Come si può cambiare faccia a tre giorni di distanza? Sono le domande che ci stiamo facendo per capire come intervenire su questa situazione. Non riusciamo a fare il salto di qualità definitivo, ma ora siamo pronti ad andare a vincere a Milano».
Tre partite ancora da giocare in cui c’è in ballo ancora molto, poi sarà tempo per l’ennesima rivoluzione. Baldini, più di facciata che di sostanza, cerca di dare sostegno ad Andreazzoli, la cui conferma arriverebbe solo in caso di doppio rifiuto da Mazzarri e Allegri. «Anche dopo la vitttoria di Firenze – accusa – avete liquidato troppo frettolosamente la posizione di Aurelio che stiamo considerando. Il suo lavoro non può essere giudicato in maniera positiva dopo una vittoria e negativa dopo una sconfitta. I risultati ti chiedono il conto, ma noi abbiamo una grandissima fiducia in lui: ha rimesso in piedi la stagione. Non abbiamo fatto né contatti, né contratti con altri allenatori».
I fischi dell’Olimpico, inevitabili, sono già una sentenza dei tifosi alla terza annata deludente consecutiva. «Quelli alla fine sono facili da comprendere, quelli all’inizio sono difficili da capire», dice Baldini per condannare la reazione della Sud durante il minuto di silenzio in memoria di Andreotti. Una serata iniziata e finita malissimo.