(L. D’Albergo) – L’odissea di campo Testaccio continua: ora è il Consiglio di Stato a bloccare il sindaco Alemanno. I magistrati della quarta sezione di palazzo Spada hanno imposto lo stop temporaneo al provvedimento con cui il primo cittadino aveva revocato il permesso di costruire al Consorzio romano parcheggi. La palla ora passa ai colleghi del Tar, che il 19 giugno si pronunceranno. In ballo c’è anche un risarcimento da nove milioni di euro. I lavori a Testaccio sono iniziati in aprile del 2012. Oltre ai box, il progetto prevede un parcheggio da 70 posti. «Nell’accordo – ricorda Giuseppe Lepore, avvocato dei costruttori – c’è anche la ricostruzione del campo con tribune e spogliatoi». Ma, all’improvviso, qualcosa si è inceppato al Campidoglio: «Indagini archeologiche, concessione edilizia, spese assicurative. Eppure – continua il legale – il cantiere è fermo. Il Comune non ha dato l’autorizzazione per l’allaccio in fogna». Ultima beffa, la revoca. L’avvocato dei costruttori accusa il delegato allo sport Alessandro Cochi: «Pur di non sentire le lamentele dei residenti ha spinto per questo atto, per noi illegittimo». Sarà il Tar a stabilire il futuro di campo Testaccio. Un’area che, se ci saranno le condizioni, potrebbe trovare la dirigenza americana della Roma pronta a vagliare progetti di riqualificazione.