(M.Pinci) – La telenovela allenatore è finita, la Roma ha scelto Allegri. E anche Allegri ha detto sì ai giallorossi. Mazzarri è stato in pole fino a qualche ora fa, il venerdì prima dell’incontro ravvicinato all’Olimpico tra il suo Napoli e la Roma che lo aspettava, però, ha fatto saltare il banco: mere considerazioni economiche del tecnico, pare, che lo hanno portato a preferire offerte milanesi più vantaggiose per lui di 700 mila euro all’anno. Sabatini, già provato dalle incertezze dell’allenatore di San Vincenzo sui programmi del club, lunedì scorso era partito per Milano incontrando Allegri: il modo per cautelarsi trovando un’intesa di massima. Poi, nel weekend, la decisione di definire quell’accordo virando con decisione su Allegri.
L’accordo è totale, un triennale da 2,7 milioni annui, manca soltanto il via libera. Il motivo? Il contratto che lo lega al Milan per un’altra stagione, unico ostacolo tra l’allenatore e la società di Trigoria. Lui non accetta di rinunciarci a priori e per lasciare Milano vuole transare la propria uscita.Qui entra in scena Galliani, l’unico nella società rossonera a muovere resistenze sull’addio all’allenatore che, lo ricorda l’ad milanista, «in 3 anni ha fatto più punti anche della grande Juventus ». Programmato per mercoledì un appuntamento con l’allenatore e la proprietà per tentare di mediare. Intanto è riuscito a placare l’uscita al veleno di Berlusconi, grande “nemico” di Allegri a Milanello, che avrebbe voluto esonerarlo in diretta al Processo di Biscardi. Contestualmente, però, ha già iniziato a muoversi sull’alternativa: quel Donadoni già seguito mesi fa e che in rossonero è di casa. La Roma non può che aspettare, a questo punto, pur restando convinta di avere ormai trovato il proprio allenatore per la prossima stagione. Non a caso, forse, la prima scelta individuata già a ottobre, durante il periodo nero di Allegri al Milan.
Intanto da ieri è in Italia il presidente della Roma James Pallotta. Giornata di super impegni, tra il forum Il calcio che vogliamo organizzato dalla Gazzetta dello Sport con altri presidenti e il lavoro con i suoi collaboratori. Poi, anche un pranzo con il presidente della Juventus Andrea Agnelli, per discutere temi generici del calcio italiano e non solo), e magari fare qualche domanda sul business stadio che alla Juventus ha moltiplicato le entrate a bilancio garantendo possibilità di investimento da campioni d’Italia. Oggi tornerà a Roma, per iniziare a pianificare la prossima stagione. E discutere di futuro con il ds Sabatini e il dg Baldini: proprio quello con il direttore generale appare il colloquio più delicato. Baldini potrebbe chiedere di avere più “potere” nella scelta di collaboratori e non solo a Trigoria, e in caso contrario è pronto a rimettere il mandato forte di un interessamento del Tottenham nei suoi confronti. Pallotta è pronto a riconfermargli la fiducia. A meno che non percepirà da lui la volontà di cambiare.