(F. Maccheroni) – Ricordate Italo Zanzi, quel bel giovanotto arrivato a Roma per fare il «ceo»? Non dite che non sapete che cos’è un «ceo». Galliani, per esempio, lo sa sicuramente, anche se parla d’altro. È il chief executive officer. Da noi basterebbe dire «il capo». Ma il capo non è Jim? Certo, gli altri sono delegati. Tutti tasselli della piramide. Quando arrivò Zanzi, pensammo che Pannes, ex ad, finisse ai margini. Invece ai margini è finito (da tempo)Baldini.
C’è l’avvocato Baldissoni (uno dei 12 consiglieri). E Fenucci è nel management. Sabatini, certo, lui è uomo mercato. Poi ci sono gli uomini Unicredit. Nemmeno Obama ha uno staff così. E Zanzi? Già, lui. È ad, ma parla poco, si vede poco (c’era alla coppa Italia, o l’ha vista in tv?). Su di lui fanno una puntata speciale a Chi l’ha visto?, non certo a Detto e fatto. Che avrebbe fatto? Non c’è ancora Allegri. Forse perché ha parlato con Baldini e ora deve parlare con Sabatini e domani con altri «capi», «ceo», in troppe lingue.