(F. Bianchi) – Il nemico da combattere è il razzismo. Su questo non ci sono dubbi. Ma Fifa e Uefa, tanto per cambiare, hanno idee diverse, contrastanti. Quella di Sepp Blatter, n.1 del calcio mondiale, è pericolosa: dopo le ammende, che non servono a nulla, propone infatti penalizzazioni in classifica ai club. Follia. In questo caso significa consegnare il calcio nelle mani dei violenti. Le società sarebbero facilmente ricattabili, si tornerebbe ad un passato oscuro (anche se in Italia , secondo il Viminale, ci sono ancora club in rapporti proibiti con gentaglia…).
Più concreta la soluzione di Michel Platini: chiudere le curve, o settori dello stadio. E nei casi estremi chiudere l’intero stadio. Oppure si sospendano, sempre nei casi estremi, le partite. In Italia a giugno Giancarlo Abete modificherà le norme del codice di giustizia sportiva della Figc: dal prossimo anno curve chiuse. Chissà quante? Quest’anno l’hanno scampata alla Juve e alla Roma (non alla Lazio, stadio chiuso per due turni dall’Uefa). Il prossimo anno, ci cambia. Abete sposa la linea Platini, non per niente è uno dei suoi vice (e i due si sono visti oggi ad Amsterdam). Ma se la Fifa decide diversamente? Chi comanda? Blatter, come al solito, entra a piedi giunti su tutti, ultima la Figc.
Ma le Federazioni europee rispondono all’Uefa, o no? “L’Italia non è un paese razzista, semmai ci sono persone stupide che fanno politica e nazionalismo negli stadi”. Così il presidente Uefa, Michel Platini, in merito ai cori razzisti nei confronti dei giocatori di colore del Milan, nel match contro la Roma. “Dobbiamo lavorare e aiutare il calcio a non essere razzista, dobbiamo fare leggi per dare una mano agli arbitri a prendere le loro decisioni – ha spiegato Platini ai microfoni di Sky Sport 24 – Rocchi in Milan-Roma ha operato con buon senso, ha sospeso la gara per un minuto, ci sono stati appelli al pubblico e poi più nulla. Faccio i complimenti all’arbitro perché è stato veramente bravissimo”.
Platini spiega di non essere d’accordo con l’ipotesi dei punti di penalizzazione per i club, la proposta di Blatter. “Le penalizzazioni non mi vanno bene perché altrimenti i tifosi diventano protagonisti dei campionati – spiega ancora- Dobbiamo punire chi fa i cori razzisti e fare in modo che i giocatori siano d’esempio, ecco perché bisogna punire i calciatori che insultano un collega per il colore della pelle”. Il problema è complesso, forse sottovalutato, in Italia, da alcune questure. Perché non identificano e puniscono chi fa i cori razzisti? A San Siro erano a volto scoperto, non ci voleva molto a scoprirli coi mezzi sofisticati (anche sonori) di cui dispone la polizia. O fa più comodo tenerli in uno stadio, dove sono facilmente (si far per dire) controllabili, oppure lasciarli liberi-magari con un Daspo-per le vie della città? Bisogna deciderci: lo vogliamo combattere il razzismo?