Francesco Totti non deve inquietarsi dell’arrivo del parigino di periferia. Rudi Garcia adora i giocatori intelligenti e Totti prima di ogni altra cosa è un intellettuale del calcio. Non libri né prosa bensì la pura poesia della posizione e del passaggio rivelatore. Garcia troverà la maniera di porre i 37 anni di Francesco il Saggio al servizio della sua scacchiera. Come finto attaccante di sinistra o come faro sulla trequarti, a seconda dei momenti e della distribuzione del gioco tra il 4-2-3-1 con il quale ha vinto lo scudetto per il Lilla nel 2011 e il 4-3-3 con il quale ha raddrizzato l’ultima stagione partita con il fiato corto e chiusa in progressione. Ma potrebbe persino utilizzare Totti da centravanti, che tanto gli serve da flipper per innescare punte laterali veloci e tecniche.
AS ROMA Come sarà la squadra di Garcia
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Nessun dorma con il ballerino di flamenco Rudi in panchina. La sua girandola parte dalla difesa, che si chiude e riparte con un centrale dai piedi fini. Abbastanza fini da lanciare l’azione con giudizio. La Roma ha un bello scartabellare tra i cartellini: in rosa uno simile non c’è. Quindi il direttore sportivo Walter Sabatini gira la Spagna anche per incartare e portare via Adil Rami, 27enne francese condotto dallo stesso Garcia allo scudetto nel 2011 con il Lilla. Piace molto a Napoli e Barcellona. Ma se arriva, e sarebbe importante arrivasse, il tecnico approfitterà senza scrupoli del fatto che Benatia, altro acquisto in programma, può giocare indifferentemente in mezzo o sulla fascia destra.
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Serve una catapulta arretrata anche perché il centrocampo favorito dell’allenatore non è una fila di violini. Al contrario è forte, fisico e ben piantato su due mediani. Tra i quali può esserci un regista oppure no. La cosa più simile a un regista che ci sia oggi nella Roma è Pjanic.
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A ciò che accade in attacco abbiamo accennato. Serve che i membri del commando siano in grado di saltare l’uomo, ma non è questo l’unico ingrediente indispensabile. Le squadre di Garcia costruiscono occasioni soprattutto attraverso un generale movimento senza palla. Per tale ragione la cosiddetta prima punta ha il dovere di smistare scegliendo se possibile tra due opzioni di passaggio. Aiutano in questo i terzini pregati di avanzare appena si può. Qualcosa di simile funzionava nella Roma di Zeman, che andava regolarmente in gol entro un quarto d’ora.