Con tutti i suoi 29 anni suonati, De Rossi ha mercato. E la Roma cerca mercato per De Rossi. Se anche Daniele lascerà la squadra dell’anima, diventando come da sua amara profezia Capitan Passato, troverà istantaneamente qualche altro pubblico capace di apprezzarlo. Quello del Chelsea ha già preso il numeretto. Bisogna vedere il prezzo, naturalmente. La Roma intende ricavarne tra i 10 e i 15 milioni, diciamo 13 per aggirarci intorno alla media.
Questo è un punto a favore della decisione di rinunciare a De Rossi. Quei 13 milioni non andrebbero a coprire qualche debito ma sarebbero reinvestiti sul mercato. Insieme con la cifra superiore che si ricaverà dalla praticamente certa cessione di Osvaldo.
Ma forse l’opportunità di vendere De Rossi dopo dodici anni e una vita risiede più fuori che dentro il campo, in un ambiente che si è disamorato del suo simbolo, che teme un analogo disamoramento a parti invertite, che immagina l’impegno del giocatore attenuato da questioni private troppo invadenti. Cosa inimmaginabile fino a poco tempo fa, nei cori dei tifosi De Rossi è stato aggiunto alla lista dei colpevoli dopo la sconfitta con la Lazio in Coppa Italia.
La cessione sotto questi punti di vista farebbe bene sia alla squadra sia al giocatore, una volta superati i pugni allo stomaco dell’amarezza. Ma ci sono controindicazioni. La Roma potrebbe solo svendere un giocatore che in questo momento viene cercato sì, ma per stima. L’ultima stagione è stata triste, la penultima poco meno. L’età ormai significativa, soprattutto in quel ruolo, non permetterebbe comunque di aprire una vera asta come un sacrificio simile merita. A questo punto potrebbe essere più conveniente tenere De Rossi, rimotivarlo, rifornirlo di benzina psicologica e rimetterlo in pista.
Daniele, romano e romanista, attaccato alla città come una pianta rampicante al supporto, insieme con Francesco Totti sarebbe un fondamentale punto di riferimento per un tecnico venuto da lontano, per i ragazzi nuovi di Roma. Qualcuno che porta con sé la memoria storica della squadra, che sa di che cosa parliamo quando parliamo di derby. Di derby e pure d’amore. La terza fondamentale ragione per la quale De Rossi sta bene dove sta.