(C.Troise) – E’ sulle fasce che si sviluppa il gioco, si dà ampiezza alla manovra, si tenta di allargare le maglie degli avversari, sorprenderli quando bloccano le vie centrali. Un grande uomo di fascia del calcio italiano è stato Angelo Di Livio. Il “soldatino” spiccava per senso del sacrificio, per il suo contributo in termini di quantità. Alla Juventus e alla Fiorentina le soddisfazioni più grandi, dopo essere cresciuto nel vivaio giallorosso e girovagato tra i campi di serie C e B. Da padre in figlio, l’eredità è la fascia. Lorenzo Di Livio è un figlio d’arte, ce ne sono tanti e G Factor ve l’ha raccontato spesso. Da Casiraghi a Di Francesco, da Maldini a Valoti, da Comi a Nesta, da Giordano a Zigoni, storie in cui il calcio diventa tradizione familiare, trasmissione della magia dei sogni del mondo del pallone. Lorenzo Di Livio è un classe ’97, gioca negli Allievi Regionali della Roma diretti da Alessandro Rubinacci, dove ha totalizzato 14 gol nella stagione da poco terminata; più volte è stato anche aggregato sotto età agli Allievi Nazionali di Tovalieri, gruppo composto principalmente da ragazzi del ‘96. E’ un giocatore di fascia come il padre, ma con caratteristiche molto più offensive. Lorenzo ama giocare negli ultimi venti metri, andare in percussione e servire l’assist decisivo o puntare verso la porta.
Il calcio è il “mondo della mobilità”, ti spinge molto spesso a cambiare città, casa, abitudini; i trasferimenti dei calciatori coinvolgono anche le famiglie. Lorenzo ha vissuto i primi anni della sua infanzia a Firenze, dove il padre Angelo Di Livio ha chiuso la sua carriera da calciatore nel 2005. Lorenzo dà i primi calci ad un pallone nella scuola calcio Settignanese, storica realtà guidata da Ferruccio Valcareggi e con un altro maestro d’eccezione: Kurt Hamrin, grande campione del passato con la maglia della Fiorentina e del Milan. L’esperienza a Firenze termina nel 2006, quando la famiglia Di Livio si trasferisce a Roma, dove Angelo apre una scuola calcio. Si chiama Polisportiva Delle Vittorie, ha sede nel quartiere Monte Sacro. Pochi mesi dopo arriva la svolta nella carriera di Di Livio Jr., che viene tesserato dalla Roma dopo un provino.
Angelo parte dalla categoria Esordienti, iniziando un percorso in cui è lanciato nella mischia contro ragazzi più grandi di lui per mettere alla prova il suo talento. Esterno d’attacco rapido ma “piccoletto”, Lorenzo si trova spesso ad incunearsi tra le maglie di difensori con una struttura fisica molto più imponente della sua. Rapidità di passo, visione di gioco, buon dribbling; le qualità di Lorenzo ci sono e si notano molto presto. Il primo step importante è compiuto al primo memorial “Roberto Ielasi” nel gennaio del 2011; Lorenzo vince il premio di miglior giocatore nonostante la sconfitta in finale della Roma contro l’Inter. Di Livio Jr. giocava nei Giovanissimi Regionali sotto la guida di Sandro Baroni; qualche mese dopo, ad aprile, Lorenzo riesce a debuttare anche nei Nazionali. L’esordio è molto positivo, Lorenzo segna una doppietta nella vittoria per 3-1 contro l’Alma Juventus Fano. “Ci confrontiamo spesso sulle sue prestazioni, cerco di dargli qualche consiglio”, ci ha rivelato Angelo Di Livio che indica in quella partita un momento fondamentale nel percorso di suo figlio, uno di quelli in cui ha apprezzato di più il suo spessore tecnico.
Nella stagione successiva, disputata nei Giovanissimi Nazionali di Coppitelli, arriva anche la convocazione nella Nazionale Under 15, per uno stage al centro sportivo “La Borghesiana”. Una soddisfazione da incastrare nell’album dei ricordi per Lorenzo Di Livio, più volte tentato da osservatori di altre squadre soprattutto quando era un under 14. Approcci che non hanno mai prodotto un relativo riscontro perché Lorenzo, seguito dall’agente Fifa Crescenzo Cecere, è un grande tifoso romanista e vuole riuscire a giocare in Serie A con la maglia giallorossa, un sogno non realizzato da suo padre che si è dovuto accontentare del percorso nelle giovanili per poi andare in prestito alla Reggiana in C1. Genitori che provano a svelare i “segreti del mestiere”, figli che sognano di riuscire sulla stessa strada del padre. Essere “figli d’arte” è anche una fatica: bisogna superare le aspettative e liberarsi dalle pressioni. Lorenzo Di Livio sta affrontando il suo percorso con serenità e umiltà, provando a migliorarsi e superare i suoi limiti, imparando a muoversi in campo più per la squadra che per se stesso. Impegno, sacrificio e talento, le tre parole del cammino di Lorenzo, inseguendo un sogno: l’Olimpico con la maglia giallorossa, arrivare dove neanche il papà è riuscito…
Fonte: gianlucadimarzio.com