(R. Boccardelli) – «Sono un diesel – ha detto Rudi Garcia – posso anche partire piano, ma arrivo sempre e ad alta velocità». Speriamo sia un turbo-diesel perchè se ad un certo punto dell’accelerazione non entra il turbo (e usciamo di metafora) a Roma ricomincia la solita tarantella, quella che mette tutti sulla graticola, belli e brutti, bravi, buoni e cattivi, senza distinzione. Rudi Garcia sembra l’uomo giusto al posto giusto. A patto che gli diano i giocatori giusti per i ruoli giusti ed il gioco che ha in testa, propositivo ma non scellerato. Ha detto cose che dicono tutti gli allenatori quando vengono presentati nel loro nuovo club, ma è stata importante la percezione del personaggio (…)
E la promessa di lavorare, duro, sodo, per raccogliere risultati e soddisfazioni per i tifosi ma anche per se stesso. «Un aggettivo che mi potrei appiccicare? Ambizioso», ha risposto con un certo orgoglio in italiano. Con quella faccia un po’ così tra un Bruno Martino (E la chiamano estate…, e ci stava bene in una Trigoria infuocata) e un pugile di seconda categoria uscito da un film di Lelouche, o l’ispettore Klein aiutante di Derrick, fate voi..(…)
Pochi sorrisi ma tanta sostanza e qualche ghigno di approvazione o di disapprovazione. Come quando ha rimproverato i fotografi, un esercito mitragliatore senza sosta e senza pace. Voleva sentire e capire bene le domande in italiano. E diventava matto quando doveva affidarsi all’interprete. (…)
(…) Dopo 40 minuti di parole, di fronte ad una marea di giornalisti venuti anche dalla Francia che neanche Hollande… Dopo la prima full immersion nell’irrequieta area dei media nazionali e romani, chissà perchè a noi resta nella testa un ritornello semplice che Garcia aveva in testa già in partenza da Lille: «Forza la Magica».