(M.Meroi) – Quando aveva sedici anni entrò nel centro di Clairefontaine, punto di riferimento per squadre del calibro di Chelsea e Manchester United. Invece lo prese il Marsiglia che lo mandò a farsi le ossa prima al Tours e poi al Lorient dove la sua carriera, però, incappa in un doloroso imprevisto: grave infortunio al ginocchio, recupero più lungo del previsto, il Marsiglia che non ha pazienza e lui che decide di ripartire dal Clermonte in Ligue 2.
L’UOMO DELLA SVOLTA Lui è Medhi Benatia, e il destino ha spesso avuto un peso nella sua carriera. L’infortunio al ginocchio, ma non solo. Destino, si diceva. A Udine Benatia è stato l’uomo della svolta negli ultimi tre anni. Suo il gol alla sesta giornata al minuto 9’ di Udinese-Cesena 1-0. Fin lì i friulani avevano raccolto un punto, senza quella vittoria Francesco Guidolin sarebbe stato probabilmente esonerato e la storia di questa stagione, un’altra favolosa per i friulani, sarebbe stata completamente diversa. La sua prima partita l’ha giocata alla seconda di campionato a San Siro contro l’Inter (preferito ad Angella, fece l’esterno destro nella difesa a quattro e marcò Eto’o), l’ultima sempre al Meazza contro i nerazzurri dove l’Udinese ha maramaldeggiato con cinque gol.
TATTICA Da quella famosa partita con il Cesena, quando Guidolin passò stabilmente alla difesa a tre, Medhi ha sempre fatto il centrale di destra nella linea a tre. E le poche volte che Guidolin è tornato a giocare a quattro l’ha schierato da centrale, fatta eccezione per la gara di Champions con l’Arsenal. Non fu una scelta fortunata, Gervinho gli fece passare una brutta serata anche se non solo per colpa del difensore franco-marocchino. Quando arrivò a Udine disse: «Difesa a tre o a quattro per me è uguale, anche se in Francia ho sempre giocato a quattro». Proprio come la Roma, sempre se i giallorossi si affideranno a Garcia.
UN MURO La sua è una struttura fisica massiccia, ma non va a discapito della velocità. Difficilmente viene messo in difficoltà nell’uno contro uno. I suoi unici veri problemi sono nati in occasione della prima preparazione atletica: nelle ripetute sulle lunghe distanze veniva regolarmente doppiato dai suoi compagni, Medhi arrancava, ma non mollava. La ripetuta andava comunque conclusa.
DIFETTO Nell’ultima stagione ha messo assieme solo 19 partite a causa di qualche problema muscolare. Ecco, gli adduttori sono il suo vero tallone d’Achille, sarà importante che i preparatori giallorossi lo conoscano a fondo per regolarsi di conseguenza. Sul valore del giocatore, però, non si discute. Non è un caso che la striscia di otto vittorie consecutive dell’Udinese sia coincisa con il suo rientro in squadra. Otto partite e due gol, quello della sicurezza (3-1) con il Chievo, e soprattutto quello decisivo (2-3) di Palermo a pochi istanti dal fischio finale. L’uomo del destino, appunto. Lo sarà anche per la Roma?