(C. Zucchelli) –«Capisco la delusione e la frustrazione dei tifosi perché la Roma è ancora senza allenatore ma credetemi: il dietrofront di Allegri è stato soltanto un bene. Non era lui l’uomo giusto per far rinascere la Roma. Poco, ma sicuro». Senza giri di parole Zibì Boniek, ex bandiera della Roma, da ottobre presidente della Federcalcio polacca, commenta quello che sta succedendo a Trigoria. «Sono rammaricato: lo sapete, ho un debole per i giallorossi e soffro a vedere la Roma in una situazione così difficile. Ma al tempo stesso sono fiducioso, perché penso che una società nuova abbia diritto a sbagliare qualcosa. Certo, adesso sono passati due anni, è il momento di un’inversione di rotta».
Chi può essere l’uomo giusto?
«Per prima cosa Baldini e Sabatini. So che è impopolare dirlo in questo momento, perché anche se mi trovo a migliaia di chilometri di distanza seguo quello che accade alla Roma e so come sta la gente, ma non si può non dare fiducia a queste persone. Io alla Roma voglio troppo bene, è la mia squadra del cuore, la amo così come amo la città, ed è normale che sia preoccupato. Ma ritengo che questi due dirigenti, se Baldini resterà e se saranno lasciati lavorare, potranno fare bene. Adesso però basta belle parole, servono i fatti. E in fretta».
Dopo i no di Mazzarri e Allegri la Roma fatica a trovare un allenatore.
«Guardate che quello che molti pensano che sia un male in realtà è un bene. Io Allegri non l’avrei voluto. Perché? Visto tutto quello che è successo a Roma negli ultimi anni serve un allenatore che abbia entusiasmo da vendere. Che sia un leader nato. Non ho dubbi sulla qualità del suo lavoro, abbiamo visto tutti quello che ha fatto al Milan in particolare nell’ultima stagione, ma per lui la Roma rispetto ai rossoneri era un passo indietro. A Trigoria serve un allenatore che veda i giallorossi come una grandissima opportunità, come la cosa migliore che potesse capitargli. Come è stato per Conte andare alla Juventus, dopo la gavetta in società minori. Il nuovo allenatore dovrebbe avere la voglia che aveva Spalletti, che veniva dalla provincia e voleva farsi conoscere in tutto il mondo dopo aver fatto un eccellente lavoro con l’Udinese. Ci è riuscito perché oltre alle capacità aveva l’entusiasmo giusto. Anche lui ha trovato una squadra e uno spogliatoio da ricostruire e lo ha fatto alla grande. Allegri, invece, sembra aver usato la Roma per rafforzare la sua posizione al Milan, magari anche per far ingelosire Berlusconi. Anche se ai tifosi indubbiamente piaceva, non era l’uomo giusto».
Blanc può esserlo?
«Sì. È un bravo allenatore e soprattutto ha il carisma adatto per una piazza del genere».
Rudi Garcia?
«Non saprei, non lo conosco».
Il tempo stringe però.
«Meglio metterci qualche giorno in più, per la scelta giusta».
Questa proprietà e questi dirigenti riusciranno a riconquistare una tifoseria ferita?
«I tifosi si conquistano in un solo modo: con i risultati e col lavoro serio. La Roma deve cominciare a fare risultati. Io conosco Baldini e Sabatini e penso che siano due dirigenti molto validi. Hanno le capacità per far rinascere la Roma».
Qualche mese fa li aveva incontrati e si era parlato di un suo ingresso in società.
«Peccato che adesso faccio il presidente della federazione polacca (ride, ndr), altrimenti avrei aiutato volentieri la Roma. Se ne era parlato, poi le cose non sono andate in porto. Adesso sono qui in Polonia, vediamo tra tre anni quello che succederà».