(C. Zucchelli) – Quella tra Alberto Gilardino e la Roma finora è stata la classica storia di mezza estate: un po’ di corte, qualche gioco di sguardi, sorrisi qua e là ma nessun amore sbocciato in modo irreversibile. E’ successo nel 2004, quando l’attaccante era al Parma, nel 2008, quando lasciò il Milan per la Fiorentina, e sta succedendo anche quest’anno. Con una differenza, almeno a sentire «radiomercato »: stavolta l’amore tra l’attaccante campione del mondo a Berlino nel 2006 e la società giallorossa potrebbe sbocciare. Almeno finché ingaggio quello di Borriello non li separi.
Il sogno di Baldini «Abbiamo in rosa cinque giocatori che possono essere considerati titolari anche in nazionale: Totti, Cassano, Panucci, Ferrari e Perrotta. Speriamo diventino sei..». A parlare così, il 4 agosto del 2004, è Franco Baldini, che vuole regalare al neo tecnico Prandelli quello che è considerato l’attaccante più promettente d’Italia. 22 anni, Gilardino è con De Rossi all’Olimpiade di Atene e lancia segnali alla Roma: «E’ un’ottima squadra che sta diventando sempre più forte. Ma non decido io». No, decide il Parma, che ferma il sogno di Baldini promettendo Gilardino al Milan dal 2005: «C’era la possibilità di andare alla Roma e De Rossi ha tentato fino all’ultimo di convincermi ma poi non se ne è fatto nulla».
Insieme a Totti Quattro anni dopo, nel 2008, la storia si ripete. Gilardino lascia il Milan, la Roma ci prova, lui va alla Fiorentina. Niente coppia con Totti: «Peccato le parole di Gilardino perché lui è uno dei migliori al mondo». Con Francesco, che insieme a Di Natale è l’unico attaccante in attività ad aver segnato più di lui in Serie A, ha vinto poi il Mondiale del 2006. Il tifo di De Rossi Con De Rossi, invece, sta disputando adesso la Confederations Cup e l’argomento Roma è stato toccato nelle lunghe e torride serate brasiliane visto che spesso sono anche vicini a tavola. Senza l’insistenza di nove anni fa, ma con la consapevolezza che sarebbe bello provare anche ad essere compagni nel club. A patto cheRoma e Genoa simettano d’accordo e a patto che anche De Rossi resti a Trigoria. Giocare nella Roma senza quello che per anni è stato il suo «sponsor» per Gilardino avrebbe quantomeno il sapore della beffa.