(B.Tucci) – Chi si aspettava notizie da Rudi Garcia è rimasto deluso: il francese ha la diplomazia nel sangue. Totti? «È un grande campione». De Rossi? «È un giocatore della Nazionale». Osvaldo se ne andrà? «Voglio parlare con lui». Chi sostituirà Stekelenburg? «Un portiere forte. Lo sceglieremo con Sabatini». In sostanza nulla, tutto rimandato. Ma i tempi sono stretti, perché la telenovela è stata oltremodo lunga. Mentre la Roma ha bisogno di essere ricostruita e dovrà decidere in fretta chi arriverà e chi farà le valigie. Rimangono tutti i dubbi che il tecnico e il d.s. dovranno sciogliere in breve tempo.
I tifosi si chiedono: che Roma sarà quella del prossimo anno? Garcia non ha risposte nemmeno a questo interrogativo. O, meglio, ha detto l’una e l’altra cosa: aggressiva davanti e prudente dietro. Insomma, c’è da attendere. Ed è questo il grande problema che affligge i tifosi giallorossi. Sono due stagioni che si aspetta invano: prima con Luis Enrique, poi con l’accoppiata Zeman-Andreazzoli. Un terzo anno di studio potrebbe essere insopportabile.
Non sarà facile affrontare una tifoseria che «ha fame di risultati». Però, questi stessi tifosi dovranno comprendere che le squadre non si costruiscono in due mesi. Il progetto a stelle e strisce è fallito, si deve ricominciare da capo. E un simile compito spetta a lui, al signore venuto d’oltr’Alpe che ha fretta di parlare bene l’italiano per dialogare con i suoi giocatori. In assoluto, servirà l’ausilio della società e di colui che opererà sul mercato. Errori non se ne possono più fare.